Colombia: Cosa fanno di speciale i Saveriani
In Colombia c'è un forte contrasto tra la situazione così drammatica a livello sociale e umano, con la guerriglia e la violenza, e la tranquillità della chiesa che continua nella sua opera normale, in una realtà che normale non è. Noi missionari abbiamo sentito il bisogno di reagire.
La nostra non è una presa di posizione, ma un'azione di cambiamento ispirata dal vangelo. Stiamo preparando le nuove generazioni perché siano composte di persone responsabili, che non accettino determinate situazioni e aprano gli occhi alla realtà così com’è, fatta di ingiustizie, corruzione, denaro facile attraverso il narcotraffico.
Stiamo passando da una pastorale tradizionale a una pastorale più evangelizzatrice.
Nel lavoro pastorale quindi scegliamo stili evangelizzatori. Stiamo puntando, ad esempio, sulle comunità ecclesiali di base, sulla formazione dei leader, sulla responsabilità dei laici.
Nelle piccole comunità, sparse nel territorio della parrocchia, cerchiamo di riunire i cattolici che vivono vicini. A volte sono dieci o quindici, ma si incomincia da un nucleo. Non sono semplici gruppi di preghiera. Certo, pregano anche; ma si basano soprattutto sulla vita cristiana: studiano la parola di Dio, partecipano alle celebrazioni settimanali, gestiscono i servizi sul territorio con attenzione alle necessità della gente.
È un tessuto che va creandosi lentamente, poco a poco. Dopo 4 secoli di mentalità sacramentale, cambiare è difficile; ma rappresenta anche una sfida bella e interessante.
Questo richiede a tutti noi saveriani un cambiamento di mentalità e di approccio. Devo dire che dovunque c'è molta vivacità ed entusiasmo.