Atto 2°: Chuknagar - Il catecumenato, scuola di vita
Non facciamo proselitismo, predichiamo il vangelo
Terminato il mio mandato di superiore dei saveriani in Bangladesh e dopo un breve periodo di necessario riposo, tornato in missione, mi è stato richiesto di andare a Chuknagar, un centro nevralgico della regione dove vive la più larga concentrazione di fuori-casta . Chuknagar si trova a circa 30 chilometri a ovest di Khulna, la terza città più grande del Paese e centro della diocesi fondata dai missionari saveriani.
La missione di Chuknagar è stata iniziata dal saveriano p. Luigi Paggi all'inizio degli anni ‘80, nel contesto di quelle che allora chiamavamo “ le vie nuove ”. Nella nostra intenzione, queste volevano essere un modo diverso di fare e di vivere la missione. Nei suoi 20 anni di presenza a Chuknagar, padre Luigi ha portato avanti con immensa pazienza tutto un discorso di promozione umana tra i fuori-casta , insistendo in modo particolare sull'educazione civica della gente e sull'istruzione dei bambini. È riuscito a stabilire piccole scuole in una ventina di villaggi, disseminati nel raggio di 20-25 chilometri, con insegnanti ...di fortuna.
Non molto lontano da Chuknagar, si trova anche Tala-Kampur, dove un altro saveriano, padre Pierluigi Lupi aveva cercato di attuare un tentativo ancora più ardito di immersione fra la gente, ma che durò solo pochi anni.
Chiedono di diventare “discepoli” di Cristo
All'inizio di questa nuova esperienza, il discorso di conversione al cristianesimo era stato escluso, proprio per non creare equivoci o dare adito a sospetti. Una cosa è l'aiuto umano e sociale che si dà a tutti, senza distinzione; altra cosa è il discorso religioso, che richiede una grande libertà di scelta. Insomma, non volevamo metter su una comunità di battezzati con il riso e mantenuti con l'elemosina. Sarebbe stato un inizio disastroso per il futuro del vangelo e della chiesa. Dopo la partenza di p. Luigi, il programma socio-educativo di promozione umana da lui iniziato, è stato portato avanti molto bene dal giovane saveriano p. Sergio Targa.
Solo recentemente, dopo tanti anni di paziente e costante presenza, è arrivata la richiesta da parte di alcuni di iniziare un cammino di fede, con l'intento di diventare discepoli di Gesù. La ragione principale per cui mi era stato chiesto di andare a Chuknagar era proprio quella di dare una risposta a questa esigenza chiaramente religiosa che era emersa fra di loro. Una tale richiesta, suscitata dallo Spirito Santo, era anche frutto del paziente lavoro disinteressato e della costante testimonianza dei missionari.
Il cammino di fede su un sentiero tracciato
Il catecumenato, come scuola di vita e come metodo di evangelizzazione, purtroppo non ha trovato posto nella storia della missione cattolica in Bangladesh. Il metodo seguito nel passato, pur variando in qualche particolare, ripeteva più o meno il seguente procedimento: quando una comunità di villaggio chiedeva di diventare cristiana, la richiesta veniva accolta solo se c'era l'adesione da parte di un buon numero di famiglie, onde evitare inevitabili spaccature in seno alla comunità stessa.
Dopo aver accertato il consenso, seguiva un periodo non molto lungo di istruzione alla fede e alla vita cristiana e veniva dato il battesimo. Praticamente, il sacramento era il punto di partenza e non il punto di arrivo o il traguardo, dopo un lungo e impegnativo cammino.
Pur avendo tanti anni di esperienza missionaria alle spalle, non è stato facile organizzarmi per questa attività, che dovrebbe essere l'attività principale della missione: l'iniziazione cristiana. Partivo dal presupposto che stavo intraprendendo un cammino di fede e, come tale, esigeva luce e forza dall'Alto. Partivo inoltre con la convinzione che il sentiero tracciato da Dio per il suo popolo - come racconta la bibbia - doveva essere anche il nostro sentiero. Così con i miei catecumeni ci siamo messi sul sentiero percorso dagli antichi padri, cercando di scorgere in esso i segni della presenza di Dio.
In una lettera, l'impegno della vita
Attualmente gli aspiranti discepoli di Gesù, un centinaio in tutto, sono divisi in sei gruppi, distribuiti secondo le fasce d'età: ragazzi, giovani, adulti. Cerchiamo di dare molta importanza alla preparazione liturgica per la celebrazione della domenica, perché siamo consapevoli che stiamo ponendo le basi di una tradizione, che diventerà punto di riferimento per i cristiani di domani. Naturalmente la liturgia è solo un aspetto di questa tradizione, il cui compito principale è di portare novità di vita in quelli che diventeranno discepoli di Gesù.
Non abbiamo ancora un luogo adeguato per le nostre celebrazioni, che si svolgono attualmente in un'aula scolastica. Ma non abbiamo neppure tanta fretta per avere un posto più confacente, perché quello che conta adesso è porre le basi per una vita cristiana solida. Quattro gruppi di aspiranti discepoli hanno già concluso i primi tre anni di cammino. La maggior parte di loro sa scrivere, e anche questo è frutto del lungo lavoro di promozione umana portato avanti dai missionari attraverso le scuole. Prima di venire in Italia, ho chiesto a ciascun discepolo di mettere per iscritto il loro impegno di vita per diventare discepolidi Gesù. Nell'ultima celebrazione domenicale, al momento dell'offertorio, ognuno è venuto a presentare la sua lettera. Ricevendo la loro consegna , ho assicurato che avrei portato con me le loro lettere in Italia e avrei chiesto di pregare per loro.
Il rimedio contro dubbi e sospetti
I missionari sono a Chuknagar ormai già da 25 anni. La gente, musulmani compresi, ci conosce molto bene e non ha dubbi nei nostri confronti: non siamo lì per fare proselitismo. Si sa comunque che, a livello generale in Bangladesh, si nutrono sospetti verso di noi.
Ne è conferma l'ultima trovata del governo per quanto riguarda i missionari esteri: il nostro visto di soggiorno è stato fatto entrare in una categoria speciale che va sotto la lettera “M”, l'iniziale di "Missionary". Ogni anno poi, al momento di consegnare la domanda per il rinnovo del visto, dobbiamo firmare una dichiarazione in cui si dice che non siamo impegnati in attività di conversioni. Ad ogni modo, a questa situazione si è già ovviato da tempo. Il battesimo ai nuovi discepoli di Cristo viene conferito da sacerdoti cittadini , nati e cresciuti in Bangladesh.
Colgo l'occasione per chiedere, da queste pagine di “Missionari Saveriani” una preghiera perché la nostra presenza missionaria in Bangladesh diventi sempre più significativa per la gente alla quale il Signore ci ha inviati.
Grazie.