“L’Amore che move il Sole e l'altre Stelle” Mt 22,3 4-40
È bello parlare di amore.
L'amore, dopo tutto, è quello che cerchiamo in tutte le cose, in ogni persona che incontriamo, in ogni triste e gioiosa situazione.
Ma è difficile capire il vero significato di questa parola.
Infatti, nel mondo fragile in cui viviamo, il concetto stesso dell'amore è diventato ambiguo.
Rimaniamo stupefatti, stupiti, quando un uomo uccide sua moglie o una ex-fidanzata e pretende di farlo per amore (l’amavo troppo!), ma in realtà si tratta solo di gelosia, di rabbia…
Oggi il vangelo parla dell'amore perché l'amore è il cuore della buona notizia.
E, per essere ancora più precisi, tutta la Scrittura parla di amore.
Quando i farisei chiesero a Gesù di indicare i più importanti dei comandamenti, il Signore non ha avuto dubbi: il comandamento dell’amore.
Conosciamo i comandamenti, che erano chiamati "le dieci parole".
Le dieci indicazioni di Dio date al popolo di Israele per camminare verso la pienezza e la felicità.
Ma nel corso degli anni, i rabbini hanno aggiunto una moltitudine di norme, dettagliate e talvolta incomprensibili, che impedivano ai fedeli di discernere.
Ed era un peso enorme sulle spalle dei credenti.
I precetti sono diventati 613, difficili da ricordare e conservare.
Quindi, è stata posta la domanda: quali precetti sono i più importanti?
- "Tutti sono importanti", dicevano i farisei, guardiani della fede.
- "Solo i comandamenti di Mosè", sostenevano i Sadducei, conservatori.
- Gesù risponde insieme ad altri rabbini: "Amare Dio e amare il prossimo. "
- Il primo comandamento è una preghiera, lo Shema (ascolta Israele, Dio è unico). Ogni israelita è invitato ad amare Dio con tutta la sua forza, con tutto il suo cuore e con tutta la sua mente.
Si può comandare di amare?
Ci sembra assurdo avere un comandamento che ci obbliga ad amare.
- Ama perché sei amato.
All’amore infatti non si comanda, ma esso germoglia quando ci si sente amati.
Se scopriamo di essere amati da Dio, iniziamo veramente ad amarlo nella riconoscenza. L’amore sboccia come risposta, come il bambino che inizia ad amare la madre non appena scopre d’essere amato.
Tu "sei amato" e per questo "tu amerai".
“Un verbo al futuro, per indicare una azione mai conclusa, che durerà quanto il tempo.” (Ronchi) A Dio si dà una risposta piena, fatta con tutto quello che si è, con tutto quello che si possiede.
(Domandiamoci: "Dio ha suscitato l’amore in me?")
- Ama con passione. Amare con emozione e con passione, amare con forza e concretamente, amare con l'intelligenza e con consapevolezza. Amare con tutto il cuore, come l'amante sogna di fare.
Dobbiamo smettere di amare Dio da servi, siamo chiamati ad amare Dio da innamorati.
Il cristiano non spegne la passione, ma la converte, la trasfigura, la valorizza.
Se spegniamo le passioni, noi diventeremo degli eunuchi.
“Di un pagano si può fare un cristiano, di un peccatore si può fare un santo. Ma di coloro che non sono niente né pagani né peccatori né caldi né freddi, i morti-vivi, che cosa ne faremo?” (Charles Péguy).
- Fatti prossimo
Il secondo comandamento è simile al primo. Dio e i fratelli sono sullo stesso piano.
Nessuna dicotomia, nessuna classificazione, nessuna ambiguità.
L'amore che trovi in te stesso è sufficiente per amare tutto e tutti. Dio e gli altri.
Perché l'amore non si divide, ma si moltiplica e cresce. “Un cuore che ama il Signore aumenta in te la forza per amare gli altri”.
Dio non è geloso, non ruba il cuore, lo dilata.
“L’apertura del cuore ai fratelli è garanzia di un’autentica apertura ai fratelli”.
San Giovanni Crisostomo con grande chiarezza esprime la sfida che si presenta ai cristiani: “Volete onorare veramente il corpo di Cristo? Non disprezzatelo quando è nudo. Non onoratelo nel tempio con paramenti di seta, mentre fuori lo lasciate a patire il freddo e la nudità”. Il paradosso è che a volte, coloro che dicono di non credere possono vivere la volontà di Dio meglio dei credenti (Ft 74).
- Ama con gentilezza
Papa Francesco termina il capitolo sesto della sua enciclica “Fratelli tutti” con alcune note sulla gentilezza. Per lui è una rivoluzione. Di più, un miracolo. Una scelta coraggiosa. Perché per praticarla “dobbiamo superare la paura, vincere la rabbia, a volte superare la disperazione. Dare senso. Essere umani”
“Oggi raramente si trovano tempo ed energie disponibili per soffermarsi a trattare bene gli altri, a dire “permesso”, “scusa”, “grazie”. Eppure ogni tanto si presenta il miracolo di una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza.”
“Ci sono persone che lo fanno e diventano stelle in mezzo all’oscurità” (Ft 222).
In questo tempo della pandemia più che mai ci è necessario l’amore per vivere, per superare insieme l’urgenza, per amare con gentilezza coloro che soffrono.
Per questo alziamo gli occhi al cielo, per avere anche in noi “l’Amore che move il sole e l’altre stelle”.
Vicenza, 24 ottobre 2020