Religione di oggi - Religione di ieri: Qual’è il tuo presepio? *
II prete, male necessario
Quando vennero a chiamarmi perché scendessi giù in chiesa pensai si trattasse di qualche leader di comunità venuto dalla zona rurale per combinare la data della prossima visita. Sbagliavo. Erano nientemeno che donna Nazaré, donna Suely e donna Quita: le tre beate più beate del mondo, le sacerdotesse della città, le campionesse mondiali, non premiate, ma indiscusse del pettegolezzo (religioso, intendiamoci!).
In fatto di religione niente si può fare che non sia nello schema di queste tre sante donne che, se non le si contraddice, sono le migliori del mondo, ma diventano incendiarie e sono capaci di sommuovere la città se qualcuno si azzarda a non concordare con loro (sempre in cose di religione, che di altri argomenti esse non si interessano con impegno paragonabile a questo).
E il prete? Il prete, per esse, è un male necessario.
Sinceramente compatito per la sua ignoranza religiosa (immaginate che non sa neppure quanti angeli debbono accompagnare la statua della Madonna nella processione), è sopportato perché certe cerimonie religiosa hanno valore solo se fatte da lui. Ma, finito il suo lavoro (per il quale sono disposte anche a pagarlo bene!) si scansi e lasci fare a loro...
Dunque, qual giorno Nazaré, Suely e Quita avevano deciso di fare il presepio. Compito tradizionalmente riservato a loro, non avrebbe richiesto la presenza del prete se non ci fosse stato un ostacolo: un gruppo di immigrati del sud avevano suggerito di migliorare il tradizionale disegno dei presepio aggiungendo elementi decorativi europei (gli immigrati dei sud sono in maggior parte discendenti di immigrati italiani, tedeschi, polacchi ... ) e avevano bisogno di tavole, chiodi...
Ottenuto il materiale non sanno più che cosa farsene di me, ed io me ne vado per i fatti miei.
Due presepi, due religioni
A sera il presepio è pronto. Classico, pieno di ninnoli, è la delizia dei bambini che restano a guardare e a commentare tutti i particolari. Paragonato alle loro case, al loro mondo di tutti i giorni, il presepio è un paradiso, un sogno, una fiaba. Chi non accetterebbe di vivere tutto l’anno in quella casetta ben pitturata, circondata di prati, di viottoli puliti, di agnelli come se ne vedono solo nella casa del sindaco...
Ma la notte di Natale ci fu una sorpresa: dall'altro lato del presbiterio, alcune tavole mezzo fradice, appoggiate alla parete della chiesa formano una stamberga: è facile identificarla, visto che di “case” come quella ce ne sono anche di troppo in giro qui. Un tronco di legno per sedere e appoggiarci le poche cose, un lumicino a petrolio che fa più fumo che luce, un'amaca rappezzata, stesa attraverso tutto il vano, un recipiente di terracotta. Squallido.
Ma non peggiore di molte case della cittadina. Li accanto un cartellone con il disegno usato in quaresima nella Campagna in favore degli emigranti: un uomo e una donna seduti accanto alla porta di una fabbrica, su cui spicca il cartellone: - Non c'è posto -. Un bambino, con il pancione pieno di vermi, coricato per terra dorme con la testa appoggiata sulle gambe della mamma.
A mezzanotte
Padre Sergio, presidente della celebrazione, chiede quale dei due presepi sia il vero. Due presepi? La maggior parte dei presenti neppure immaginava che quello di destra fosse un presepe. Comunque, solo poche persone hanno dubbi. La maggioranza non esita: il presepio è quello bello li, pieno di luci e di colori.
Un presepio di cartapesta che commuove e diverte come un giocattolo. L'altro presepe è austero. È provocante.
A prenderlo sul serio vi obbligherebbe a concludere che Gesù sta nascendo oggi negli emigranti che arrivano tutte le sere nel pontile, in attesa di un lavoro, di una casa, di un pezzo di terra... Mano d'opera a buon mercato per le tenute, per le segherie...
A prendere sul serio il presepio sulla destra bisognerebbe arrivare alta conclusione che... non siamo mica migliori degli abitanti di Betlemme, che chiusero Ia porta in faccia a Giuseppe e a Maria. O migliori di Erode, che sapeva che Gesù era nato li, a sette chilometri dal suo palazzo, ma se ne guardò bene dall'andarlo a trovare...
Ma sono così pochi che lo prendono sul serio!...
Quita, Nazaré e Suely poi... sono addirittura indignate: in una notte come questa, ci voleva proprio il cattivo gusto del prete per andare a rovinare a poesia della “festa dell'amore» con tavole fradice e con discorsi di politica... E così anche nella mia chiesa solo pochi “pastori” prestarono attenzione al vero presepio.
La maggioranza, guidata da Quita, Nazaré e Suely, continuò a guardare con “fede” il presepio del figlio di Erode.
Savio Corinaldesi