COME SONO BELLI SUI MONTI I PIEDI DEL MESSAGGERO DI BENE (Is. 52,7)
Chi l'avrebbe detto che il profeta Isaia avrebbe mai potuto prorompere in un grido di tale esultanza per queste nobili appendici del corpo umano? Eppure a ben pensarci è vero: per un messaggero (se è bipede e non l'Arcangelo Gabriele), i piedi sono decisivi, eccome.
Obbiettivamente, da missionario, la cosa mi riguardava e con me anche gli abitanti di questa nostra Casa Saveriana. Caspita, un complimento così lusinghiero e originale! Davanti al viandante si aprivano orizzonti e spazi da sogno evocati da pagine bibliche dalle quali deve aver tratto ispirazione anche Walt Disney nei suoi film di animazione: il mare si ritraeva per lasciare il passo, il Giordano si volgeva indietro per vedere cosa succedeva, i monti scorrazzavano come agili arieti, le colline impazzavano come agnellini senza freni (Sal 113/4), i torrenti si srotolavano di sasso in sasso dal monte Negheb … (Sal 126).
Come si poteva non sognare?
Sogno frantumato? Mi guardo attorno. Con me non c'è Beatrice che m'accompagna in questo viaggio dentro il tempo, ma quel pruno selvatico che è il profeta Geremia ed è lui che dà voce al groppo che sale alla gola (cap. 14). M'aggiro per il convento: ai piedi si sono sostituite le ruote, il numero delle stampelle rivaleggia col numero delle gambe; ci si aggrappa ai corrimano, le ginocchia vacillano, le movenze viaggiano al rallentatore, la cautela ha la meglio sul passo deciso e vigoroso, il profeta ed il sacerdote si aggirano per la regione senza comprendere. Come sopraffatto dallo sconforto Geremia si lascia cadere su una sedia:
"Perché ci hai colpiti senza più rimedio per noi? Sono finite le tue promesse per sempre?"
L'avanzare degli anni si manifesta anche nei conventi, in questa che è tra le patologie che più saltano all'occhio e fanno male. Per un messaggero di bene pare un tradimento bello e buono quello di essere colpito proprio in quello che era il suo vanto e la sua missione: quanto erano belli i piedi…
Se quella di Isaia era una promessa divina, non può non essere previsto un piano B. "Egli (ancora Dio) per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. Sulle mani essi ti porteranno perché il tuo piede non inciampi nella pietra" (Sal 91,11). Stai a vedere che non tutto è finito! Il piano è certificato. Perfino Satana, il grande ingannatore vi ha fatto esplicito riferimento, in un momento cruciale, senza accorgersi che si tirava la zappa sui piedi (Mt 4, 6).
Da piccolo facevo il chierichetto. Don Mario, il mio parroco era giovane e forte come un querciolo. Anzi, a quei tempi mi sembrava che non ci fossero affatto preti incerti sulle gambe. Si pregava in latino ed era un bel sentire: "Introibo ad altare Dei. Ad Deum qui laetificat juventutem meam" (Verrò all'altare di Dio, di Dio che fa lieta la mia giovinezza). Non sapevo, ovviamente, di latino però la frase mi piaceva perché sembrava desse autorevolezza e credibilità alle mie, allora, incipienti simpatie juventine. Don Mario cominciava la Messa proprio con quelle parole e sapeva di dire una sacrosanta verità.
Poi, come tante altre cose, la riforma l'ha cancellata, ma il tempo si vendica di questa miope incapacità di guardare avanti. Adesso sarebbe necessario dirla! Tanto più che è espressamente prevista nel piano B: "(il Signore) sazia di beni la tua vecchiaia , si rinnova come aquila la tua giovinezza (Renovabitur ut aquilae juventus tua)" (Ps. 103, 5). Amen.
Parma 6 Giugno 2018
Iurman p. Emilio
[pubblicato in "Vita Nuova", settimanale della Diocesi di Parma - 30 giugno 2018, pag. 7]