La morte improvvisa di Kim Jong-il, il 17 dicembre 2010, ha privato la Corea del Nord di un despota e il mondo di un personaggio “bizzarro” quanto indecifrabile. Aspramente criticato per uno stile di vita dispendioso – ancora più esecrabile al confronto di un paese agli ultimi posti per sviluppo e reddito – e per la repressione di ogni forma di dissidenza, di opposizione politica e di richiesta di diritti civili, umani o religiosi.
Con la sua scomparsa, tuttavia, il regime sembra avere trovato lo slancio di perpetuare se stesso, anziché crollare come da tanti temuto e insieme auspicato. Il sostegno dell’antico alleato cinese e il possesso dell’arma atomica sono al momento elementi indispensabili ed efficaci per la sopravvivenza del regime, mentre imponderabili sono la “tenuta” del sist...
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