La rapida trasformazione da paese di emigrazione a paese d’immigrazione ha trovato l’Italia quasi totalmente impreparata, culturalmente, giuridicamente e logisticamente, a gestire l’afflusso degli immigrati. Ciò è ancor più vero nel caso degli immigrati musulmani, che hanno portato una diversità religiosa forte ed evidente nella sostanziale compattezza religiosa della popolazione italiana, pur interessata da profondi fenomeni di secolarizzazione.
La Chiesa è stato il primo organismo a interrogarsi seriamente sulla presenza di musulmani nella nostra società, ma il suo impegno ha incontrato varie difficoltà di ordine teorico e pratico.
Il campo del dialogo tra cristiani e musulmani è notoriamente uno dei più impervi tra quelli arati dalla pur fertile azione del Concilio Vaticano II. Ciò non sorprende affatto gli esperti di islamistica di parte cristiana, perfettamente consci delle difficoltà che si frappongono all’incontro tra gli esponenti delle due tradizioni religiose, un incontro a volte duro ed aspro come solo accade tra i membri di una stessa famiglia: fratelli coltelli, recitava un antico modo di dire!
Ma proprio la fratellanza in Abramo ha spinto alcune delle menti più acute e generose di entrambe le parti ad uno straordinario, profondo e (a volte) impopolare impegno nel solco del dialogo. Tra questi vale la pena di segnalare l’opera di don Giampiero Alberti, sacerdote ambrosiano, dottorato conseguito a Roma al Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica, responsabile della sezione islam del CADR, il Centro Ambrosiano di Documentazione sulle Religioni, nato su ispirazione dell’allora arcivescovo di Milano, card. Carlo M. Martini. Ma – e questo è l’aspetto più interessante – don Alberti ha rappresentato per la diocesi di Milano quell’aspetto denominato “dialogo di vita” nei documenti della Chiesa: l’incontro vivo e ravvicinato di uomini e donne in carne e ossa, piuttosto che un etereo confronto intellettuale tra specialisti della materia.
Si presenta perciò come uno strumento particolarmente utile l’ultima pubblicazione del CADR, curata da don Alberti, Suggerimenti per l’incontro ed il dialogo tra cristiani cattolici e musulmani.
L’agile testo vuol rappresentare un piccolo manuale ispirato dalla prassi concreta di chi ha avuto una lunga e attenta frequentazione dei musulmani.
La prima parte, infatti, contiene una serie di suggerimenti riguardo alle diverse circostanze in cui possono verificarsi situazioni di “contatto”: la preghiera, i centri di ascolto, la Caritas, le feste. Non mancano argomenti più complessi e delicati: i matrimoni misti, l’educazione dei figli, le conversioni. Anche per i contatti che possono avvenire in ospedali, a scuola, nelle carceri, nei luoghi di lavoro, ecc., vengono dati preziosi suggerimenti.
La seconda parte del volumetto contiene alcuni contributi fondamentali al supporto teorico e pastorale per l’incontro e il dialogo con i musulmani. Sono riprodotti il celebre discorso L’islam e noi, pronunciato dal cardinale Martini in occasione della festività di S. Ambrogio del 1990, che, oltre ad essere uno dei primi testi con cui la Chiesa italiana ha affrontato la questione, costituisce ancor oggi un’indispensabile premessa di riflessione; il documento Incontrare i musulmani? Vademecum europeo 2003, elaborato congiuntamente dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee (cattolico) e dalla Conferenza delle Chiese europee (protestanti, ortodossi e anglicani), una vera e propria “Carta” d’indirizzo nella conoscenza e nell’incontro con i musulmani, corredata da un’ampia selezione di riferimenti scritturistici; il documento I matrimoni tra cattolici e musulmani in Italia. Indicazioni della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, elaborate ed approvate dopo un’ampia riflessione effettuata dal Consiglio episcopale permanente, sulla base di apporti qualificati di teologi pastoralisti, di canonisti e di esperti in ecumenismo e in diritto islamico.
Una breve ed essenziale bibliografia chiude il volumetto.
