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Il 21 luglio 2019 si è aperta a Kampala (Uganda), la 18a Assemblea plenaria del Secam (Simposio delle conferenze episcopali dell’Africa e del Madagascar), per sigillare anche in questo modo il giubileo dei 50 anni del Simposio. Alla presenza di 40 delegazioni di altrettante conferenze episcopali che integrano il Secam (su 54 paesi del continente), si è voluto far memoria della nascita di questa struttura continentale a servizio della collaborazione pastorale e dell’unità della Chiesa cattolica in Africa.

Il Secam è uno dei frutti del Concilio Vaticano II. È in quella sede, infatti, che i vescovi dell’Africa decisero di promuovere questo organismo, affinché, uniti nella stessa fede, potessero far fronte con più coraggio alle difficoltà etniche, culturali e linguistiche del continente. Paolo VI decise di partecipare, primo papa a visitare il continente, all’inaugurazione di questa assemblea. Il luogo di nascita simbolico è Namugongo, dove sorge il santuario dei martiri dell’Uganda, che lo stesso papa aveva canonizzato nel 1964. Il Simposio fu ufficialmente inaugurato il 29 luglio 1969 e la prima assemblea si concluse alla presenza di Paolo VI, il 31 luglio 1969. Il papa bresciano, nella sua visita, aveva acceso la coscienza missionaria della Chiesa in Africa con queste lapidarie parole: “Voi africani siete ormai i missionari di voi stessi!”.

Per l’occasione, papa Francesco, che ha visitato l’Uganda nel novembre 2015, ha inviato un messaggio di solidarietà all’Assemblea, esortando tutti i membri della Chiesa cattolica, particolarmente impegnati nelle attività apostoliche, affinché si sentano “rafforzati nella loro opera di discepoli missionari per il grande lavoro di evangelizzazione che consiste nel fare in modo che il Vangelo permei ogni aspetto della nostra vita per portarlo, a nostra volta, agli altri”.

I rappresentanti delle 40 conferenze episcopali si sono confrontati sull’obiettivo del giubileo: ringraziare Dio per le sue meraviglie e le sue opere: il dono del battesimo e della Chiesa; riflettere sui progressi compiuti; approfondire le radici in Cristo. La celebrazione conclusiva si è svolta domenica 28 luglio nel santuario di Namugongo, luogo dei martiri cattolici e anglicani dell’Uganda.

A margine dell’incontro, il presidente ugandese Yoweri Museveni ha incontrato i rappresentanti della Cenco (Conferenza episcopale nazionale del Congo), incoraggiandoli a sostenere, insieme alle altre Chiese della regione dei Grandi Laghi, la lotta contro l’insicurezza nell’Est del Congo RD, che costituisce una minaccia anche per i paesi limitrofi. Il tema era stato al centro anche dell’incontro dell’Aceac (Associazione delle conferenze episcopali dell’Africa Centrale), che raggruppa i vescovi del Burundi, Ruanda e Congo RD, dal 24 al 26 giugno 2019. I vescovi hanno manifestato la loro preoccupazione soprattutto nei confronti dei gruppi armati alle frontiere dei tre paesi. Questa insicurezza genera la migrazione di molte persone in una zona flagellata anche dall’epidemia di Ebola, la cui pericolosità è stata riconosciuta come un’urgenza sanitaria mondiale dall’Oms il 17 luglio 2019.



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