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CONGO RD / LE QUATTRO PREOCCUPAZIONI DEI VESCOVI IN VISTA DELLE ELEZIONI

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Il segretario generale della Conferenza Episcopale del Congo (Cenco), padre Donatien Nshole, ha reso noto che i vescovi si riuniranno in assemblea plenaria straordinaria a Kinshasa dal 20 al 22 novembre 2018, per valutare il processo elettorale. Sarà un incontro importante, a un mese dalle elezioni presidenziali, legislative nazionali e provinciali, programmate per il 23 dicembre 2018.

Nell’assemblea precedente (25-29 giugno 2018), i vescovi avevano pubblicato il messaggio Salviamo il processo elettorale: il Figlio dell’uomo è venuto per salvare ciò che era perduto (Mt 18,11), in cui manifestavano le loro preoccupazioni riguardo al clima politico e sociale a sei mesi dalle elezioni. Riconoscevano i passi avanti fatti a proposito del registro elettorale, dell’attivazione di misure per rasserenare il clima politico, del rispetto – ancora troppo timido – della libertà di manifestare pubblicamente. Avevano però anche denunciato le inadempienze, secondo l’Accordo di S. Silvestro (31 dicembre 2016).

La prima preoccupazione riguardava le misure per rasserenare il clima politico, purtroppo realizzate sono parzialmente. Non sono stati liberati i prigionieri politici e non è stato permesso agli esiliati il ritorno in patria. Queste inadempienze non favoriranno certo elezioni inclusive e pacifiche.

La seconda preoccupazione faceva riferimento alla poca chiarezza circa il registro elettorale. Infatti, l’inchiesta dell’Organizzazione internazionale della francofonia (Oif) aveva rilevato la presenza di 6,7 milioni di potenziali elettori senza impronte digitali, ossia il 16,6 per cento di quelli censiti. La legge elettorale prevede la possibilità di votare per gli elettori con mani amputate o dita lesionate, ma 6,7 milioni è un numero eccessivo!

La terza preoccupazione riguardava la “macchina per votare”. Non c’è ancora consenso sul suo uso. La stessa Commissione elettorale della Corea del Sud, paese in cui sono fabbricate queste macchine, non le aveva considerate idonee. È poi mancata la perizia tecnica di esperti nazionali e internazionali sulla sicurezza nel loro uso. Si temono brogli elettorali. Malgrado queste esitazioni e avvertimenti, la Commissione elettorale ha firmato un contratto per la fabbricazione di un primo lotto di 35mila esemplari.

La quarta preoccupazione era centrata sulla la sicurezza nel paese. I vescovi avevano più volte richiamato l’autorità sulla persistente e crescente insicurezza in diverse province aggravata anche dalla presenza di molti gruppi armati. Questo contrasta con l’impressionante militarizzazione delle zone più a rischio al punto da far sospettare che questa insicurezza sia voluta come pretesto per rendere impossibili le elezioni nella data prevista.

Un punto speciale del messaggio era dedicato all’articolo 70 della Costituzione che notifica i due mandati al presidente, chiaro richiamo a Joseph Kabila, affinché non si presenti per un terzo mandato.

Nel frattempo, le pressioni internazionali, sollecitate anche dalla Cenco, e le manifestazioni interne organizzate dal Comitato laico di coordinamento (Clc), hanno portato alla nomina da parte della maggioranza presidenziale di Emmanuel Ramazani Shadary come proprio candidato alle elezioni presidenziali. La richiesta principale del Clc è sempre stata che il presidente Joseph Kabila dichiarasse pubblicamente di non presentarsi. Lo stesso Kabila ha designato il suo successore l’8 agosto 2018, quando il Clc aveva indetto nuove manifestazioni proprio per il giorno successivo, 9 agosto, per il rispetto integrale dell’Accordo di San Silvestro, avendo come unico obiettivo le elezioni. Questo è probabilmente il risultato più importante

Il messaggio della prossima assemblea generale dei vescovi ci dirà senz’altro qualcosa sull’attuale clima politico e sociale, ad un mese dalle elezioni, ma lancerà lo sguardo anche oltre le elezioni, grazie al proverbiale spirito analitico e profetico della conferenza.



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