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LA FELICITA' NELLA SEMPLICITÀ

LA FELICITA' NELLA SEMPLICITÀ

La felicità non è nelle grandi cose

Cielo azzurro d’estate,vicoli stretti e case bianche: ci troviamo a Bathore, un quartiere periferico della capitale albanese Tirana. Le porte delle case sono tenute aperte da donne sorridenti e desiderose di accogliere chi è venuto a trovarle. Si possono immaginare tante cose, ma non quello che vediamo una volta varcata la soglia; i pavimenti sono patchwork di diverse piastrelle, le finestre sono sprovviste di vetri e cinque persone mangiano, dormono e vivono in una stanza, poco più grande di una cantina.

I nostri occhi sono lucidi, il cuore sobbalza, le parole non escono dalla bocca e le domande nella testa aumentano sempre di più. Eppure, nonostante la povertà e le mancanze, si nota tutta l’umiltà, la dignità e la gioia di quelle persone nell’offrirci tutto quello che hanno, anche se in realtà non hanno nulla.

I loro figli sono belli, sorridenti, con gli occhi pieni di speranza; hanno i nostri stessi sogni, ma sono più motivati e desiderosi di realizzarli.

L’Albania è una terra calda, accogliente, tanto particolare quanto ricca di contradizioni; ricca di persone che hanno sofferto, che soffrono, che hanno resistito e resistono, ma anche di persone legate tra di loro nonostante la fede diversa, di persone che cercano di trasmettere i valori essenziali della vita.

Percorrendo le strade e osservando i cittadini sembra di tornare indietro nel tempo e di essere in un altro mondo. Per cinque giorni i bambini albanesi ci tengono compagnia e con loro sembra tutto più semplice.

Ci vuole poco a renderli felici, a farli stare bene e divertire, ma ovviamente sono loro a darci molto di più di quanto noi stiamo donando a loro. Riscopriamo la vera felicità nella più totale semplicità.

Come ci hanno consigliato le suore clarisse di Scutari, cerchiamo di tornare all’essenzialità. È facile portare avanti la nostra missione per 10 giorni mentre siamo insieme e sul posto, ma la difficoltà inizia quando torniamo a casa. Infatti viviamo in una società caotica, confusionaria; siamo sempre sommersi dai rumori, dalle parole, dalla velocità delle informazioni che riceviamo e pensiamo di poter prendere miriadi di decisioni in totale libertà. Ma siamo davvero liberi? O meglio, ci sentiamo liberi?

Durante il regime comunista molti albanesi hanno capito il reale valore della famiglia e l’importanza della fede, di Dio e della preghiera. Sono tutti valori che mettiamo in secondo piano, in quanto li reputiamo scontati. Ecco qui uno dei nostri sbagli.  Non capiamo quanto in realtà siano essenziali perché, come ci ha detto Suor Gange:

“La felicità non è nelle grandi cose. Non abbiamo bisogno di fare o avere chissà che cosa. È vero, molti beni ci aiutano perché sono strumenti, ma quello che ci rende felici è godere di quello che già abbiamo”.

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Pubblicato
06 Ottobre 2019
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