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Venant e Vicky, e i nove figli

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Venant Murhabazi e Vicky Mutalegwa con i loro nove figli abitano nel quartiere di Mulengeza, nella missione di Panzi, alla periferia di Bukavu, in Congo. Hanno voluto costruire una famiglia cristiana con valori il più possibile evangelici, pur rimanendo di cultura shi, il gruppo etnico maggioritario nella città di Bukavu.

Vicky è anche la vice presidente delle mamme della parrocchia, molto impegnata nell’animazione e in attività di ogni tipo. Sono le mamme il motore della parrocchia, dai canti alle pulizie dei locali, dalle attività di accoglienza a quelle di carità. Come parroco, continuo a dir loro che senza le mamme non c’è “parrocchia missionaria” a Panzi.

Alcuni giorni fa ho chiesto ai due sposi se acconsentivano di rispondere ad alcune domande. Hanno detto: “Sì, volentieri”.

Da quanti anni siete sposati?

Venant: Abbiamo 22 anni di matrimonio, ho 56 anni e 9 figli. Insegno inglese all’istituto superiore di pedagogia a Bukavu, l’istituto fondato da p. Domenico Milani, di venerata memoria.

Come vi siete incontrati?

Vicky: Ci siamo incontrati a Bukavu: lui accompagnava un cugino per avere da me le copie dei miei appunti. È lì che ci siamo visti la prima volta e mi è subito piaciuto. Sono diplomata in contabilità e ho lavorato un anno in una cooperativa. Poi ho frequentato la scuola per una specializzazione in nutrizione.

Come avviene il matrimonio qui a Bukavu?

Venant: Dopo il primo incontro e dopo che uno ha detto alla ragazza che vorrebbe vivere con lei, è lei che ti porta da suo papà informandolo che è l’amico con cui vorrebbe vivere assieme. Allora il papà conferma il fidanzamento.

Poi c’è la “passeggiata” a casa del ragazzo con l’amica fidanzata, informando il papà che sono contenti assieme. A questo punto la ragazza chiede che i genitori del fidanzato si incontrino con i suoi, per “discutere - negoziare” sulla dote. La dote, secondo i posti e i costumi, è una serie di doni da dare alla famiglia della ragazza. Qui da noi sono due o tre mucche con due o tre capre. I doni sono sempre accompagnati da birra e cibo, per far festa insieme e conoscersi meglio.

Infine, la comunità cristiana viene informata del matrimonio e gli sposi si preparano con corsi di catechesi pre-matrimoniale. Sono 12 lezioni sulla vita di coppia, sull’educazione dei figli, sulle nascite responsabili, sul significato del sacramento eccetera. Nel frattempo, si va in comune a registrare il matrimonio civile.

Avete nove figli…

Venant: Sì, è vero, in genere le famiglie africane hanno tanti figli, così i genitori saranno meglio assistiti nella loro vecchiaia. Le malattie sono ancora diffuse e c’è il rischio di perderli. Tra noi è molto diffusa la mentalità che la nostra prima ricchezza sono i figli, e sono davvero una benedizione di Dio.

Benedizione e ricchezza, ma anche sofferenza per la mamma…

Vicky: Sì, metterli al mondo, farli crescere ed educarli porta tanta sofferenza e fatica, soprattutto alla mamma. Ma è anche la gioia della mamma vedersi attorniata da tanti figli. Devo anche dire che per noi mamme i figli sono forza e vigore: ci fanno sentire forti se ci ascoltano e sono bene educati. Parlo soprattutto dei primi figli, che aiutano a crescere gli altri.

Qual è il primo pensiero di una mamma?

Vicky: Il primo pensiero è cercare da mangiare per i propri figli, e qui la mamma diventa industriosa: si fa aiutare dai figli a portare la merce da vendere al mercato, mettendoli uno qui e un altro là, in modo che qualcuno porti a casa qualcosa da mangiare. A Bukavu il 90% del lavoro femminile consiste proprio nel piccolo commercio al mercato.

Vicky, come hai avuto l’idea di fondare una scuola?

Vicky: È una vocazione: ho visto che le nostre scuole nel quartiere non educano bene gli studenti e che la religione cattolica non è insegnata bene. Perciò ho pensato di fondare una scuola, chiamata “Eka Sainte Rita” (Casa Santa Rita), in cui si insegnasse una morale con valori evangelici. È stato un grande peso per me. Ho studiato contabilità, non pedagogia… Ma oggi sono soddisfatta: posso consigliare e insegnare ai miei studenti i valori che io stessa ho ritenuto importanti nella mia vita. Questo è il mio settimo anno e spero che il Signore mi dia forza di andare avanti.

Quali valori sostengono su la famiglia africana?

Vicky: Per la nostra famiglia i principali valori sono tre, come le pietre che supportano la pentola in cucina. La prima pietra è la preghiera: in casa nostra la preghiera è quotidiana; la seconda è il dialogo, la conversazione tra di noi; la terza pietra è la pazienza… E se vogliamo aggiungerne un’altra, è perdonarci a vicenda.

Sei d’accordo anche tu?

Venant: È vero, in casa parliamo molto tra noi, anche di soldi, di come distribuirli e come impiegarli. Le tre pietre di Vicky sono solide, e hanno tenuto fino a oggi.



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