Una gran bella squadra
La collaborazione tra laici e saveriani
È un gruppo silenzioso, ma si fa sentire. Sono i quattordici volontari che collaborano alle attività missionarie dei saveriani di Brescia. Ognuno si rende utile in modi diversi, mettendo a disposizione un po' del proprio tempo, gratuitamente. È anche grazie a loro se i saveriani riescono a realizzare progetti, idee, iniziative. Abbiamo raccolto alcune loro impressioni.
Un ambiente sereno e vivace
Fulgenzia ha conosciuto i saveriani durante un incontro del “gruppo anziani” della sua parrocchia. Da allora è stata coinvolta nella preparazione delle mostre. “I saveriani sono sereni, forse perché vivono una vita diversa dalla nostra. Noi abbiamo esigenze che loro hanno superato, avendo vissuto in situazioni in cui mancava tutto. Quando vengo qui mi sento più tranquilla e rilassata; anch'io ho imparato a vivere una vita meno stressante”.
Massimo , dopo essere andato in pensione, ha cliccato sul sito internet dei saveriani e ha inviato una mail esprimendo l'intenzione di conoscerli. Subito dopo, ha iniziato a collaborare alla “Libreria dei Popoli”. “Sono sempre stato una persona aperta; ho insegnato in ambienti scolastici socialmente difficili. Ma la vivacità mi è sempre piaciuta, e qui l'ho trovata”. Accettare le idee di tutti e non chiudersi sulle proprie posizioni sono alcuni degli aspetti che i saveriani esprimono e che Massimo ha condiviso, ritrovandoli nelle loro iniziative, conferenze, pubblicazioni.
Per Angelo le riviste missionarie sono una bussola importante; ma tutto l'ambiente saveriano permette, se uno vuole, di mettersi in discussione.
Ci completiamo a vicenda
Beppe e Piera sono marito e moglie. Da alcuni anni sono una “costola” importante del magazzino. “Avevamo il desiderio - dice Beppe - di fare qualcosa che avesse un senso”. La collaborazione è nata casualmente e da allora continuano. “Io sono un artigiano; Piera è brava a scrivere. Così ci completiamo. Vivevamo un periodo di crisi con la nostra parrocchia e qui abbiamo trovato risposte che ci appartengono di più. C'è un respiro diverso, ampio, non limitato al solito orticello”.
Rita consoce i saveriani da dieci anni, da quando ha iniziato la sua attività di volontariato nel commercio equo-solidale. È iniziato un rapporto molto bello e proficuo e la collaborazione si è fatta più concreta con le mostre. In seguito, Rita ha conosciuto Piera , un'altra volontaria. Hanno stretto amicizia e hanno continuato a collaborare. Piera si trova talmente bene che ora non riesce a fare a meno di venire e confida che sta cercando anche di portare suo marito. “Con la mostra, gli incontri, i pellegrinaggi - aggiunge Rita - sto conoscendo e apprezzando il lavoro dei saveriani”. Piera e Rita sono affezionate lettrici del nostro giornale e fanno pubblicità con le amiche, riuscendo a raccogliere qualche nuovo abbonamento.
Abbiamo gli stessi obiettivi
Riccardo, marito di Rita, presta servizio in portineria. “Quello con i saveriani è stato un incontro di “amorosi sensi”, scaturito dalla collaborazione per il commercio del mercato equo solidale”. Il progetto del commercio equo è una cosa in cui anche i saveriani credono, per cui Riccardo spera di continuare lungo la stessa strada, per obiettivi comuni: “Il rapporto è ottimo, anche se non possiamo pretendere di poter collaborare con tutti allo stesso modo. È importante, però, andare avanti per raggiungere il traguardo”.
Franco fa da guida alle mostre. Collabora solo nei mesi invernali, ma è in attesa di una convocazione anche per altri periodi dell'anno. “Mi piace stare qui. Soprattutto mi piace lavorare con i bambini”. Franco non conosceva i saveriani prima, né si considera un esperto dell'ambiente religioso, ma ha sentito l'esigenza di avvicinarsi al mondo missionario.
A tutta la “squadra” un grazie sincero e l'augurio di continuare così, ancora per molto tempo!