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Un pellegrinaggio dell’incontro

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Ho fatto parte del gruppo di persone, laici e presbiteri, che hanno accompagnato i giovani della diocesi di Créteil (suffraganea dell’arcidiocesi di Parigi) alla GMG di Lisbona. Dopo mesi di discernimento, la squadra diocesana responsabile dell’organizzazione ha deciso che l’evento sarebbe stato vissuto come un pellegrinaggio. Si trattava di incamminarsi verso Dio, seguendo un itinerario scandito da tappe, ognuna delle quali ha rappresentato un momento di sosta, riflessione e ascolto della Parola di Dio alla scuola di Maria. Con questo orientamento è stato proposto ai giovani di partire una settimana prima dell’inizio della GMG.

La prima tappa del pellegrinaggio è consistita in un soggiorno di un giorno presso il santuario di Notre-Dame de Rocamadour, nella diocesi francese di Cahors (suffraganea dell’arcidiocesi di Tolosa). I pullman sui cui viaggiavamo ci hanno lasciato a pochi chilometri da lì per poterlo raggiungere a piedi. È stata un’occasione di scambio informale su diversi temi, sulle sfide della vita quotidiana, sul vivere la fede in una società strutturata da un secolarismo che teme l’espressione pubblica della religione. Durante questa prima tappa, abbiamo pregato e cantato insieme; abbiamo sperimentato anche la fatica e la precarietà delle condizioni abitative.

Ho potuto constatare l’effetto benefico sui giovani nel vedere il vescovo, i presbiteri e i laici con grandi responsabilità nella diocesi camminare con loro, ascoltandoli con rispetto ed empatia. C’era un’immagine di Chiesa che corrispondeva alle loro aspirazioni: una Chiesa che ascolta prima di insegnare, una Chiesa che accompagna ciascuno nei percorsi della propria vita e lo fa senza giudicarlo, una Chiesa di servizio e non di potere, una Chiesa dove la fraternità è il terreno comune dei ministeri.

La seconda tappa del nostro pellegrinaggio si è svolta nella diocesi di Porto Alegre, in Portogallo. Siamo stati accolti, in piccoli gruppi, in famiglie cristiane. Diversi giovani hanno testimoniato di essere stati accolti come loro figli. Questa esperienza ha contribuito ad offrire la consapevolezza che la fede ha una forza straordinaria, capace di creare un mondo nuovo, capace di instaurare una fraternità senza frontiere.
Oltre all'ospitalità, il cui calore tradiva la profondità della fede che la ispirava, queste famiglie ci hanno accompagnato, in auto, in tutte le chiese dove si tenevano momenti di preghiera, di scambi e di devozione popolari.

Il soggiorno a Porto Alegre è stato quindi anche il tempo dell’incontro concreto con le modalità con cui una popolazione cattolica non francese vive ed esprime la fede. Questa esperienza di comunione concreta con i cristiani provenienti da altri paesi, che assumerà proporzioni immense durante la settimana della GMG, ha avuto un effetto profondo sui giovani che accompagnavamo. Hanno visto giovani provenienti da quasi tutti i Paesi del mondo manifestare la fede in Gesù. Li hanno sentiti affermare che Gesù dava senso alla loro vita e ispirava le loro scelte; si sono resi conto che la fede parla tutte le lingue ed è di casa presso tutti i popoli. Questo li ha resi appartenenti ad un grande universo. Molti di loro hanno detto: “Sento di non essere solo!”. Così, il contatto con i giovani cristiani di tutto il mondo costituisce una risposta concreta al sentimento di solitudine che caratterizza i giovani cristiani francesi che desiderano vivere come tali tra i loro amici agnostici o non credenti.



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