Un'estate saveriana /2
MISSIONI NOTIZIE
In pillole
Primi passi. Si è aperta domenica 3 maggio, a Olinda, la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione di mons. Helder Camara, morto nel 1999, che si adoperò incessantemente per risolvere il dramma della miseria nelle favelas e per questo fu anche chiamato "il vescovo delle favelas".
• Sacerdoti martiri. In Messico p. Francisco Javier Gutiérrez Díaz, degli Operai del Regno di Cristo, è stato assassinato e il suo corpo rinvenuto nella periferia di Salvatierra, nello stato di Michoacán. In Colombia nella città di Sincelejo (dipartimento di Sucre), dopo un violento tentativo di furto, è stato ucciso p. Fernando Meza Luna, parroco del santuario Nostra Signora di Fatima.
• Nauman Masih è il 14enne cristiano arso vivo da un gruppo di musulmani in Pakistan. Il ragazzo è morto durante un intervento di chirurgia plastica. L’avvocato cristiano Aneeqa Maria Anthony, coordinatrice della ong “The Voice Society”, ha dichiarato: “Nauman aveva detto di essere in grado di riconoscere i suoi aggressori, che ora resteranno impuniti; seguiremo l’operato della polizia e delle autorità perché facciano luce su questa vicenda”.
• Egitto: chiesa “martiri di Libia”. Il 1° aprile, nel villaggio di Al Awar, nei pressi di Samalot, c’è stata la posa della prima pietra della chiesa dedicata ai “martiri di Libia”, i 21 egiziani copti trucidati in territorio libico dai jihadisti in gennaio. All'iniziativa hanno preso parte anche esponenti delle comunità islamiche locali.
• RISO per una cosa seria. Sabato 16 e domenica 17 maggio si tiene la 13ª edizione della Campagna nazionale della Focsiv “Abbiamo RISO per una cosa seria - La fame si vince in famiglia”. In mille piazze italiane, i volontari venderanno un pacco di riso per sensibilizzare che fame e povertà sono uno scandalo e per finanziare 30 interventi a sostegno di comunità contadine in Africa, Asia e America latina. Per informazioni www.abbiamorisoperunacosaseria.it
Una storia speciale
• Gli orfani di maman Dorothée. All’età di 8 anni, Dorothée Yasanale Mbugowaka, nel corso della guerra che imperversava nell’est del Congo, è stata “persa” dalla famiglia. I padri agostiniani l’hanno accolta e cresciuta nelle loro strutture. Il nome Mbugowaka, significa “abbandonata”. Soltanto una quindicina di anni fa ha avuto la gioia di ritrovare i membri della sua famiglia. Il suo passato da orfanella l’ha spinta continuamente a interessarsi ai bambini orfani o abbandonati. I saveriani della parrocchia San Bernardo, a Kinshasa, hanno cominciato ad affidarle alcuni bambini e ragazzi e poi si sono impegnati ad aiutare Dorothée per gli studi, il cibo e le cure mediche dei suoi ospiti.
All’inizio del 2014 Dorothée ha cominciato ad avere seri problemi di salute. A luglio, le viene diagnosticato un tumore in metastasi che dal seno era arrivato ai polmoni. Maman Dorò, come tutti la chiamavano, muore il 28 luglio, ma prima la sua vita si riempie di gesti e testimonianze meravigliose. Il 17 luglio decide di fare testamento e lascia la sua casa di Kinshasa alla Caritas per l’accoglienza dei bambini orfani e abbandonati.
Il 20 luglio fa la sua professione definitiva con le “Femmes seules avec Jésus”, un ordine secolare. Anche i bambini erano felici perché Dorothée aveva promesso che avrebbe acquistato una capra e festeggiato. La grazia dell’evento e la gioia che portava nel cuore le hanno tolto per tutta la giornata le sofferenze. Di quel 20 luglio ci restano immagini bellissime: il sacerdote che le mette la croce al collo, l’inevitabile sorriso, una mano che stringe la croce e l’altra che si alza con il pugno chiuso in segno di vittoria.
Il bene fatto da Dorothée e la sua testimonianza nei giorni della sofferenza sono un seme di solidarietà caduto nel terreno della nostra parrocchia e che non possiamo ignorare (p. Pierfrancesco Agostinis, sx).