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Trentatre anni di missione per tre

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A Belém c'è una casa - chiamata con la parola latina "domus" - dove tutti i saveriani in Amazzonia possono trovare un posto per passare qualche giorno o qualche ora di riposo e di preghiera. Serve anche per incontri di zona o per celebrare una felice ricorrenza... Come quella del 3 agosto scorso, quando i tre saveriani Giuseppe Borghesi, Renato Trevisan e Marcello Zurlo, si sono dati appuntamento per celebrare i trentatre anni di vita missionaria in Amazzonia (1979-2012).

Inginocchiati a Guadalupe

 Tanti anni fa ci siamo trovati insieme all'aeroporto di Linate, ansiosi di realizzare il nostro sogno: donare la vita per le missioni. Era la sera del 7 settembre 1979. Il viaggio aveva una tappa importante: consacrarci alla Madonna di Guadalupe in Messico. A Città del Messico ci ha accolto p. Tiberio Munari (oggi ancora attivo alla bella età di 93 anni). Siamo stati festeggiati da tutte le comunità saveriane con il fervore tipico dei messicani...

Ci siamo inginocchiati davanti all'immagine della Madonna di Guadalupe, per il nostro gesto d'amore e di donazione a lei del nostro futuro lavoro missionario in Amazzonia. E poi, di nuovo in viaggio. All'alba del 16 settembre 1979, baciavamo la terra santa in Belém, capitale dell'Amazzonia.

Missionari felici!

Dopo tre mesi di studio della lingua alla periferia di Belém, abbiamo preso vie diverse: p. Renato è stato destinato a vivere con i popoli indigeni kayapó; p. Giuseppe si è identificato con la gente delle isole sparse tra i meandri del Rio delle Amazzoni, in diocesi di Abaetetuba; p. Marcello è finito in un villaggio del comune di Bujaru, chiamato "Vila Concórdia", a circa sette ore di viaggio da Belém.

Eravamo felici di sentirci missionari e di poter annunciare il regno di Dio e viverlo con la gente. Tutto il nostro bagaglio intellettuale e teologico si è lentamente spento e... siamo rimasti convertiti dalla fede del popolo semplice dell'Amazzonia e dal loro modo di viverla; siamo stati ri-battezzati nelle acque degli immensi fiumi dell'Amazzonia. Il regno di Dio era arrivato prima di noi, anche senza di noi!

Tre vite, una missione

Da allora, padre Renato (eccetto un periodo di servizio nella direzione generale dell'istituto) è vissuto tutto il tempo tra gli indio kayapó. La sua esperienza è il punto di riferimento per tutti coloro che vogliono conoscere la vita e lo spirito di questo popolo.

Padre Giuseppe, dopo 14 anni vissuti tra le isole di Abaetetuba, sempre in barca, è stato per tre anni rettore del seminario di Abaetetuba. Infine, è stato destinato ad Altamira, la più grande prelatura del mondo, sul grande fiume Xingu. Oggi lavora a São Felix do Xingu, distante più di mille chilometri da Belém.

Padre Marcello, dopo tre anni a Vila Concórdia, è vissuto undici anni in Abaetetuba, come rettore del seminario ed economo della diocesi, con mons. Angelo Frosi di santa memoria. È poi passato per Barcarena, Vila dos Cabanos, Ananindeua e Belém, nella parrocchia San Francisco Saverio; a ottant'anni è infine approdato alla "domus" saveriana di Belém.

Il nostro "Magnificat"

I "tre" non potevano lasciar passare la ricorrenza dei 33 anni di vita missionaria senza festeggiare in fraternità. Ci siamo convocati e cosa abbiamo fatto? Nella santa Messa, presieduta dal più giovane p. Renato, abbiamo cantato il Magnificat, il canto della Madonna, ringraziando il Signore per tutto quello che egli ha operato attraverso di noi. E ci siamo impegnati a vivere la nostra missione, come Cristo nella sua passione e resurrezione, dopo i 33 anni di vita.

A mezzogiorno, ci siamo riuniti con tutti i confratelli della zona attorno alla tavola della fraternità, con tanto di torta e "tanti auguri a voi".

Nessuno ha osato augurarci: "per altri 33 anni!". Sarà per quanto Dio vorrà.



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