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SUD/NORD NOTIZIE

Crisi di… sempre

Burundi: oltre 400mila rifugiati. Sono oltre 400mila i burundesi sfollati nei Paesi vicini negli ultimi due anni. Lo riporta l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (UNHCR). Fuggono per la paura di persecuzioni e per le violazioni dei diritti umani. Quella del Burundi è la terza crisi di rifugiati più importante in Africa, ma l’UNHCR ha ricevuto solo il 2% dei fondi necessari per gestirla. Da due anni, il Paese vive in uno stato di tensione permanente, tra violenze commesse dalle milizie filo-governative e quelle di alcuni gruppi di guerriglia che si oppongono al presidente.

  • Congo RD: governo di “unità nazionale”. Un nuovo governo di 60 membri è stato presentato il 9 maggio dal presidente Kabila. L’esecutivo, presieduto da Bruno Tshibala, mantiene la maggior parte dei membri del vecchio governo, ad eccezione di 4 posti riservati ad altrettanti deputati del principale partito dell’opposizione. Ma non si tratta ancora di un vero governo d’unità nazionale che rappresenti tutti, in grado di portare il Congo RD alle elezioni.
  • Sud Sudan al collasso. Studenti e cittadini sono scesi per le strade di Juba, la capitale, per protestare contro il collasso dell’economia del Paese. Il presidente Salva Kiir è accusato di aver portato il Paese sull’orlo del baratro dopo la guerra scoppiata nel dicembre 2013 tra le sue forze e quelle del vice presidente Machar. Da allora una buona parte del Paese è in preda all’anarchia e agli scontri etnico tribali. La guerra ha creato 3 milioni di persone costrette alla fuga. E le agenzie umanitarie si trovano a lavorare in un ambiente difficile, spesso ostile.

Due domande…

  • Perché tre anni? “Ringraziamo Dio perché queste ragazze hanno potuto riabbracciare le loro famiglie, ma mi chiedo come mai si sono dovuti aspettare tre anni…”. Lo dice il cardinale John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, commentando la liberazione di 82 ragazze, rapite da Boko Haram nella loro scuola di Chibok nel 2014, in Nigeria. “Il governo ci ha risposto che non poteva trattare la loro liberazione con i terroristi, scambiandole con alcuni detenuti di Boko Haram. Ma è quello che alla fine è avvenuto”… E rimangono ancora più di 100 ragazze, della cui sorte non si sa niente.
  • p.6 legge torturaTortura: legge rivedibile. Varie associazioni hanno criticato la cosiddetta legge contro la tortura, approvata dal Senato italiano. Il crimine, infatti, è configurato come reato comune e non del pubblico ufficiale; la tortura è tale solo se violenze, minacce e condotte sono plurime (in tutto il mondo si usa giustamente il singolare); la tortura mentale (la più diffusa) è tale solo se “il trauma psichico è verificabile”; la possibilità di prescrizione permane; non è previsto alcun fondo per il recupero delle vittime; nulla si dice sulla sospensione e la rimozione di pubblici ufficiali giudicati colpevoli di tortura e trattamenti disumani.

Crisi dimenticate?

  • Iraq. A Mosul, l’impatto del conflitto sulla popolazione continua a essere devastante. Sono tantissimi i feriti di guerra e gli ospedali distrutti o danneggiati. MSF offre cure salvavita d’emergenza e non solo. Intanto cresce la preoccupazione per le persone intrappolate dietro la linea del fronte a Mosul ovest, dove centinaia di migliaia di persone sono senza cibo e cure mediche.
  • Yemen: morti invisibili. Haydan è un villaggio remoto. I telefoni prendono poco e internet è solo un’idea. Ma il rumore degli aerei sauditi ricordano che è un paese in guerra e che il fronte è vicino. MSF è tornato dopo sei mesi con servizi di pronto soccorso, maternità e pediatria. Spesso le persone muoiono semplicemente perché non riescono a raggiungere l’ospedale. È la storia di un conflitto in un’area fuori dal tempo, dimenticato da tutti.

MISSIONI NOTIZIE

Minoranze nel mirino

  • Bangladesh. Negli ultimi tre anni le minoranze religiose in Bangladesh hanno affrontato attacchi mirati. Durante e dopo le elezioni del 2014, i villaggi abitati da gruppi religiosi non musulmani sono stati oggetto di assalti. Individui e gruppi legati a partiti islamisti hanno saccheggiato e bruciato proprietà e residenze di cittadini hinduisti, cristiani e buddhisti in diverse parti del paese. Non sono stati risparmiati gli attivisti dei diritti umani, uccisi solo perché promotori della libertà di pensiero, dell’armonia religiosa, della tolleranza e della trasparenza.
  • Indonesia. Il gesuita Franz Magnis-Suseno, noto studioso, da 56 anni in Indonesia, racconta: “Da più di un anno sembra si stia sviluppando una coalizione silenziosa tra ex generali e militanti islamici. L'estremismo islamico è stato sottovalutato, anche dalle grandi organizzazioni musulmane della società. Non è ancora maturo il tempo perché un cristiano diventi leader nazionale”. Tutto questo, anche alla luce della condanna per blasfemia di Ahok, ex governatore cristiano di Jakarta.

Martiri nel mondo

  • Madagascar. Un cappuccino malgascio di 46 anni, p. Lucien Njiva, è stato ucciso nel convento di Ambendrana Antsohihy, dopo un assalto di alcuni banditi. Volevano impadronirsi della campana del convento al fine di estrarne i metalli per rivenderli al mercato nero.
  • Burundi. Don Adolphe Ntahondereye, vicario della parrocchia San Francesco Saverio di Gatumba (al confine con il Congo RD), è morto l’11 maggio, a due settimane dalla sua liberazione, a causa dello stress accumulato durante la prigionia. Il 9 aprile era stato rapito, dopo un agguato stradale.
  • Venezuela. Il 15 aprile, è morto p. José Luis Arismendi, 35 anni, per mancanza di medicine adatte a trattare una presunta meningite. Il Paese vive una grave situazione politica e sociale. I paesi latinoamericani sono stati invitati a intervenire presso il governo del presidente Maduro per risolvere questa profonda crisi. Sempre in Venezuela è stato ucciso durante una rapina il francescano Diego Begolla.
  • Messico. p.6 miriam rodriguez martinezÈ stata uccisa la “mamma dei desaparecidos” in Messico. Miriam Rodriguz Martinez sfidava i narcos dopo aver perso la figlia, rapita nel 2012 e i cui resti la stessa madre era riuscita a recuperare in una fossa comune. Grazie alle sue ricerche, erano stati arrestati i responsabili. Dopo la scomparsa della figlia, Miriam era diventata un’attivista attraverso un movimento (circa 600 persone) per denunciare e ricercare gli scomparsi. Sapeva di essere in pericolo. Per p. Solalinde, suo amico, le autorità non l’hanno protetta così come accade per presbiteri, giornalisti, attivisti per i diritti umani.

Fatti e opinioni

  • Etiopia: auditorium dedicato a… L’Aula Magna/auditorium dell’ospedale di Wolisso è stata dedicata a don Luigi Mazzucato, storico direttore di Medici con l’Africa Cuamm. L’ospedale è stato fin dall’origine una grandissima sfida portata avanti con caparbia determinazione da don Luigi Mazzucato, in uno sforzo condiviso con la chiesa etiope.
  • A proposito di G7.I leader del G7 hanno perso un’opportunità importante per fornire una risposta umana alla crisi globale delle migrazioni forzate”, ha detto Gabriele Eminente, direttore generale di Medici Senza Frontiere. “Hanno deciso di affrontare questa crisi soltanto attraverso il filtro della sicurezza nazionale, criminalizzando le persone in fuga. Vediamo con i nostri occhi gli impatti di queste politiche sulle persone: nel Mediterraneo diventato un enorme cimitero, nelle terribili condizioni dei centri di detenzione in Libia, nei drammatici bisogni umanitari dei rifugiati siriani o nell’estremo livello di violenza sulla rotta di migranti e rifugiati in America Centrale…”.
  • Buon lavoro mons. Bassetti.p.6 Bassetti Gualtiero “Missionari Saveriani” augura buon lavoro al cardinal Gualtiero Bassetti, nuovo presidente della Cei, e saluta il cardinal Bagnasco. Il neoeletto ha dichiarato: “Sono vescovo da 23 anni. Non ho programmi preconfezionati da offrire, perché nella mia vita sono sempre stato improvvisatore. Il Papa ci ha raccomandato di condividere tempo, ascolto, creatività e consolazione. È quello che cercheremo di fare insieme”.


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