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Sud/Nord Notizie: Vogliamo due no!, Vedere per credere

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Vogliamo due no!

Bombe a grappolo: timidi progressi. A Lima, si è tenuta una conferenza sulle bombe a grappolo che ha visto l’adesione di 23 nuovi Stati alla dichiarazione di Oslo, che prevede l’adozione di un Trattato per la messa al bando delle munizioni cluster entro il 2008. Il Belgio è l’unico Paese al mondo ad aver messo al bando queste armi. Malgrado l’andamento positivo dei lavori, le delegazioni di alcuni governi hanno rallentato il progresso dei negoziati.

In Italia è in discussione una legge che chiede l’inclusione delle munizioni "cluster" nella legge nazionale di messa al bando delle mine antipersona. "È l’occasione di dimostrare quanta importanza hanno per il nostro Paese la sorte dei civili e la salvaguardia dei diritti umani", ha dichiarato Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna Italiana contro le mine.

• Uranio impoverito: da bandire. Dalla Coalizione internazionale per la messa al bando delle armi all'uranio è arrivato al governo italiano l’invito a seguire l'esempio del Belgio: bandire munizioni e blindati che contengano uranio impoverito o qualsiasi tipo di uranio lavorato a livello industriale. Dal 2001, il Parlamento europeo ha lanciato appelli a tutti i governi affinché sia introdotta una moratoria sull'uso delle armi all'uranio. È provata la tossicità chimica dell'uranio, con contaminazioni radioattive pericolose per gli esseri umani e l'ambiente. In Iraq, nel 2003 trecento aree sono state contaminate dalla radioattività dell'uranio impoverito.

Vedere per credere

• G8: risultati deludenti. Il vertice del G8 si è concluso con un’amara delusione per gli impegni che ci si aspettava prendessero gli "otto grandi" per lo sviluppo dell'Africa. L'attenzione alle pandemie, in particolare all’Aids, è un fatto positivo, ma i 60 miliardi di dollari promessi non è chiaro se siano stanziamenti aggiuntivi o se sia stata solo precisata la destinazione di risorse già previste.

Per il professor Latouche, economista e filosofo, non è stato affrontato il problema delle licenze farmaceutiche. "Bisogna consentire ai Paesi poveri dell’Africa di poter avere gratuitamente i farmaci. La lotta contro la mortalità è una lotta contro il business farmaceutico".

Sergio Marelli, direttore generale di Volontari nel mondo - FOCSIV -, auspicava una svolta per sbloccare il negoziato commerciale internazionale. Invece, non è emerso l’impegno per rendere il commercio un vero strumento di finanziamento dello sviluppo. "Continuiamo a chiedere un’assunzione di responsabilità da parte delle grandi economie industrializzate su importanti temi globali. Tra questi, la lotta alla povertà nel mondo deve rimanere una priorità, altrimenti gli obiettivi di sviluppo del millennio saranno disattesi per mancanza di volontà politica".

• Nigeria: nuovo presidente. Affrontare la povertà nel Paese, inasprire le leggi contro la corruzione, rafforzare i servizi sanitari per combattere la malaria e l’Aids, prestare attenzione alle rivendicazioni dei separatisti attivi nella regione del Delta del Niger. Sono le priorità indicate dal neo presidente nel suo discorso inaugurale. "Sarò uno che ascolta e che agisce. Servirò questa nazione con onestà, trasparenza, responsabilità e timor di Dio", ha detto Yar’Adua, musulmano originario dello stato settentrionale di Katsina. Le elezioni in Nigeria, nazione di 250 etnie e 140 milioni di abitanti, si sono svolte in modo pacifico, ma non del tutto trasparente.

• Congo: scuola gratis. Il piano di azione nazionale del governo congolese prevede, tra l’altro, di garantire a tutti l’istruzione, riducendo la percentuale di abbandono scolastico dal 10 all’1% in otto anni. In particolare, il progetto mira ad assicurare l’istruzione primaria gratuita a tutti i bambini del Paese e punta anche a una migliore qualità dell’insegnamento e alla sua equità, garantendo le stesse possibilità di accesso a entrambi i sessi e agli appartenenti di tutte le classi sociali.

Il raggiungimento di questi traguardi è previsto dagli Obiettivi del millennio per lo sviluppo, che tutti i 189 membri dell’Onu si sono impegnati a conseguire entro il 2015. Ma prima di tutto, occorre la pace che tarda a venire!



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