Se l’Africa entra in casa... Riti religiosi e stuzzichini etnici
Verso metà pomeriggio, nel cortile dei saveriani a Zelarino, è arrivato il "folklore africano": un gruppo di nigeriani, al ritmo dei tamburi, si è esibito in danze e ha rappresentato un mimo... coniugale.
Matrimonio... alla nigeriana
Sull’aiuola verde, al centro del cortile, abbiamo rivissuto le tradizioni della Nigeria. Una ragazza è offerta in sposa a quattro pretendenti: un intellettuale con tante lauree, un capotribùcon varie mogli, un industriale benestante, un contadino con zappa e roncola. Quest’ultimo si impegna a lavorare sodo per il bene della famiglia e dei figli. La ragazza si convince e sceglie proprio il contadino.
La sposa riceve dai genitori la benedizione e un bicchiere di succo di palma da offrire allo sposo, e va a cercare il marito promesso. Lo trova, circondato da amici; tra loro c’è il capo tribù che invoca la benedizione di Dio e degli antenati sugli sposi. Arriva anche il prete per benedire le nozze. È don Antonio Onyenagada, nigeriano, che è a Venezia per completare gli studi all’istituto Marcianum. Immancabile, alla fine, il taglio della torta. È stato bello!
Insieme, in amicizia
La festa è continuata con gli africani che hanno invitato tutti i presenti ad assaggiare i cibi preparati secondo le loro ricette tradizionali: frittelle, polpette, spezie, e perfino il succo di palma, così fresco e buono che sembrava quello della notte, appena raccolto al mattino. E poi la cola, il famoso frutto simile alla castagna che, conpiso, penta segno di amicizia e di fedeltà.
Dopo qualche momento di esitazione, la gente si è avvicinata, ha gustato e si è complimentata: "Quando tornate ancora?". "L’Africa è venuta a noi", ha commentato soddisfatto uno dei presenti; "non pensavamo che fossero così bravi!".
La festa si è prolungata fino oltre le otto di sera. Con l’atmosfera pentata più mite, a cena sono arrivati altri visitatori dei paesi vicini.