La giornata saveriana di Zelarino
Una festa grandiosa, per adulti e piccini
Domenica 20 maggio, giorno dell’Ascensione, a Zelarino si è svolta la "giornata saveriana", con la festa per le missioni, a cielo aperto. Il successo è stato davvero eccezionale, superiore a ogni aspettativa. Meglio così! Grazie a Dio e a tutti coloro che hanno collaborato.
Missionari in famiglia
Durante la Messa, p. Mario Diotto ha commentato il vangelo, affermando che "si comincia a essere missionari in famiglia. I genitori sono i primi catechisti con l’esempio e la parola; i figli ascoltano e collaborano. Da qui nascono il volontariato e anche le vocazioni missionarie. Grazie a Dio, non mancano famiglie che praticano il vangelo: sono la speranza, anzi la certezza che Cristo risorge anche oggi ed è vivo in mezzo a noi".
Poi ha lanciato una provocazione. "Oggi è facile trovare genitori che si interessano dei figli nello sport, pianificano la giornata per portarli e seguirli nelle gare, li incoraggiano a fare il massimo... Ma per quanto riguarda il catechismo, si accontentano di scaricarli davanti al catechista di turno, per venire a riprenderli all’orario giusto. La Messa domenicale viene dopo i compiti, dopo il riposo, dopo lo sport, dopo la spiaggia… E se i ragazzi vanno in chiesa, è perché fanno parte degli scout, dell’acr o di qualche altro gruppo".
I valori di ieri e di sempre
La festa è stata davvero grandiosa. Per i bambini e i ragazzi è stata una gioia vedere il mini zoo e fare la prima esperienza a cavallo. Gli adulti erano sorpresi di trovarsi insieme. Al pranzo sociale, alcuni di via Selvanese hanno incontrato per la prima volta gente della Castellana: "Che bello sentirsi compaesani!" - è stato il loro commento.
Non potevano mancare gli scout di Zelarino-Trivignano con i loro giochi e l’addestramento all’equilibrio sui trampoli, per vedere chi corre più veloce. Da Maerne, c'erano anche Livio Lodoli e la moglie Gabriella, abbonata a "Missionari Saveriani". Con i trucioli di legno costruiscono stelle alpine, velieri e altri soprammobili. "Insieme all’arte dei nostri antenati, vogliamo tramandare anche i valori della famiglia e della società di quel tempo, il rispetto e l’amore per la natura. Auguriamo lunga vita ai boschi e alle foreste".
La bottega di una volta...
In un angolo del cortile, come d’incanto, è sorta la "bottega dell’albero degli zoccoli" dove un "Geppetto" repivo costruisce zoccoli su richiesta e su misura. Sono un gruppo di amici, pensionati. Vanno in giro per le piazze a far vedere i mestieri di una volta.
Toni Rizzante di Zero Branco (TV), l’iniziatore del gruppo, spiega: "Io costruisco sgabelli, come quelli che si usavano per mungere, bastoni da pastore o per montagna e il giogo in miniatura, come quello che si usava per le mucche". Paolo e Ilario Sartore sono due fratelli di Caselle, Santa Maria di Sala (VE). Portano avanti la tradizione degli zoccoli, imparata dai genitori e dai nonni che iniziarono questa attività nel 1902. Ora hanno un negozio di calzature, ma gli zoccoli sono la loro passione.