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Sud/Nord Notizie: Haiti, Sudan, Mozambico, armi...

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Promesse tradite

Haiti: a due anni dal terremoto. "Il popolo si sente abbandonato, ha la sensazione che troppa gente si stia arricchendo sfruttando la miseria". È il monito della Commissione giustizia e Pace di Haiti lanciato a due anni dal terremoto che ha sconvolto il Paese. "Mai come ora la disoccupazione è stata così elevata. Haiti è invasa da organizzazioni e progetti, ma manca la pianificazione. Dove sono andati i fondi promessi? A che punto è la ricostruzione?". E intanto, ci sono ancora 600mila persone sotto le tende. L'arcivescovo di Port-au-Prince, mons. Poulard, ha incoraggiato gli haitiani a prendere in mano la situazione, dicendo che "o la ricostruzione sarà haitiana o non vi sarà ricostruzione".

• Tra i due Sudan non c'è pace. Bombardamenti aerei avrebbero provocato la morte di diverse persone nel neonato Sud Sudan. Molte delle vittime erano allevatori di bestiame che stavano trasferendo le loro mandrie. È solo uno dei numerosi episodi che hanno caratterizzato i rapporti tra le due nazioni dall'indipendenza del sud, nel luglio scorso. Il Sud Sudan controlla tre quarti dei giacimenti di petrolio sudanese, ma perché il greggio raggiunga i mercati internazionali sono indispensabili gli oleodotti che attraversano il territorio di Khartoum. Tra rivendicazioni e accuse reciproche i due governi hanno ripreso i colloqui; ci sarà un serio compromesso o sarà sempre la popolazione a dover pagare le conseguenze peggiori?

Diritti e doveri

• Mozambico: corteo anti multinazionale. Alcune migliaia di persone hanno manifestato contro la mancanza di acqua, corrente elettrica e terre coltivabili nei villaggi di "reinsediamento", dove sono state costrette a trasferirsi dopo l'inizio dell'estrazione nel più ricco giacimento di carbone del nord del Mozambico da parte della società brasiliana Vale. L'aumento degli investimenti delle multinazionali nel carbone del Mozambico rischia di provocare nuovi abusi sia sul piano sociale che su quello ambientale. Vale è in testa nella lista delle "società peggiori"...

• Arabia Saudita: non è tutto oro... È stata annunciata quasi tra squilli di tromba la concessione di voto attivo e passivo alle donne dell'Arabia Saudita. Ma per le organizzazioni per i diritti civili si tratta di un'azione che non apre la strada dell'emancipazione femminile. Per assurdo, una donna eletta in un consiglio municipale dovrebbe sempre chiedere il permesso al marito per potersi recare in aula, non potendo, tra l'altro, guidare la macchina.

• Armi e trattati. "Amnesty International" nell'ultimo rapporto mette in evidenza il profondo fallimento degli attuali controlli sulle esportazioni di armi, con tutte le scappatoie esistenti; sottolinea l'urgenza di un efficace Trattato sul commercio di armi che tenga in piena considerazione la necessità di difendere i diritti umani. Nel frattempo, in Italia è stata decisa la soppressione del Catalogo nazionale delle armi comuni da sparo. D'ora in avanti, non vi saranno più gli adempimenti tecnici obbligatori per stabilire se un'arma importata o prodotta sia un'arma civile o da guerra. È un passo verso la liberalizzazione del mercato delle armi e delle sue esportazioni.

• F35: seconda fase. Promossa da "Rete Italiana per il disarmo", è partita la seconda fase della "campagna di pressione" affinché il governo italiano rinunci all'acquisto dei cacciabombardieri F-35 "Joint Strike Fighter". Il costo previsto arriva a circa 20 miliardi: questi soldi potrebbero essere usati in maniera più sensata e vantaggiosa per tutti i cittadini! Oltre alle adesioni on-line, la campagna ha già raccolto circa 16mila firme cartacee di sostegno. In un momento di crisi economica, andrebbero salvaguardati i diritti fondamentali dei cittadini, senza gettare i soldi in un inutile e costoso aereo da guerra: investire sulla società, l'ambiente, il lavoro e la solidarietà internazionale è meglio!



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