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Sud/Nord e Missioni Notizie

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SUD/NORD NOTIZIE

Pensiamo positivo

Congo: il piano dell'Onu. Ha preso il via con cauto ottimismo il piano d'aiuti dell'Onu da 568 milioni di euro per il Congo nel 2006. Il Paese, dopo anni di conflitti, si sta preparando alle elezioni di giugno, le prime dall'indipendenza (1960). Finora la comunità internazionale è rimasta sorda alla più grave crisi umanitaria dopo la seconda guerra mondiale. Tra il 1997 e il 2003 in Congo ci sono stati quattro milioni di morti per il conflitto e le sue conseguenze (malattie, fame, violenze). Oggi, oltre 15 milioni di persone (il Congo ha circa 60 milioni di abitanti) soffrono ancora la fame. I soldi saranno distribuiti in 330 progetti, per affrontare i problemi umanitari più urgenti, per consolidare la pace e per avviare la ricostruzione del Paese. Per ottenere i fondi necessari occorrerà un duro lavoro e non è scontato che ci si riesca.

Uganda: elezioni accettabili. Il partito del presidente Yoweri Museveni ha vinto le elezioni e potrà contare sull'appoggio di 2/3 del parlamento. Il nuovo parlamento si riunirà la prima volta solo a maggio. Il presidente sudafricano Thabo Mbeki, a proposito delle lamentele dell'opposizione, ha dichiarato che nonostante le difficoltà, le elezioni si sono svolte in modo calmo e pacifico: “Il popolo ugandese ha espresso liberamente i suoi diritti democratici. Invito tutti i partecipanti ad accettare il risultato come vero riflesso della volontà democratica” degli ugandesi. Secondo Mbeki, il nuovo governo dovrà continuare sulla strada della democrazia, della pace e dello sviluppo sostenibile.

Marocco: le scuse del re. Il sovrano del Marocco Mohammed VI ha chiesto ufficialmente scusa per i 40 anni di abusi dei diritti umani compiuti nel suo paese e denunciati il mese scorso in un dossier della Commissione per la riconciliazione e la verità (Ier). In un discorso alla nazione, il re ha commentato per la prima volta l'esito dell'indagine, affermando di voler dare una dimostrazione di “forte sostegno per il consolidamento della verità, dell'equità e della riconciliazione”. La Commissione, la prima del genere nel mondo arabo, ha calcolato quasi diecimila casi di abusi dei diritti umani perpetrati negli ultimi decenni.

Non basta una tregua

Nepal: è scontro aperto. Come abbiamo scritto il mese scorso, il Nepal sta vivendo una grave crisi politica. Ogni giorno, scontri armati provocano morti e feriti. La violenza è riemersa con forza dopo la revoca della tregua unilaterale di quattro mesi, decisa dai guerriglieri. Negli ultimi due mesi più di 200 persone hanno perso la vita negli scontri tra esercito e guerriglieri maoisti. È dal 1996 che i maoisti, guidati dal capo Prachanda, conducono la cosiddetta “guerra del popolo” per rovesciare la monarchia e procedere a una radicale riforma agraria. Il conflitto finora è costato la vita a più di 13.000 persone.

Profughi del Ciad in Sudan. Negli ultimi tre anni 200.000 sudanesi si sono rifugiati in Ciad, per fuggire dalla guerra in corso in Darfur. Negli ultimi due mesi, invece, un numero sempre maggiore di cittadini ciadiani ha attraversato il confine col Sudan per scappare dai combattimenti che imperversano nell'est del Ciad tra il governo e i gruppi ribelli. I gruppi ribelli vogliono spodestare il presidente ciadiano Idriss Deby e sono formati da membri appartenenti del partito e dell'etnia del presidente. La presenza dei ribelli nell'est del paese ha creato tensione nei rapporti col vicino Sudan accusato di sostenere queste formazioni armate. Il Sudan da parte sua accusa il Ciad di sostenere i ribelli attivi in Darfur.

Colombia: elezioni e violenza. S ono più di mille gli ostaggi in mano ai gruppi armati illegali deceduti dal 1996 in Colombia, in condizioni disumane. In questo clima, il Paese si prepara a un doppio appuntamento elettorale: elezioni legislative il 12 marzo; presidenziali il 28 maggio. “Aspettiamo i programmi, non solo gli scontri e la propaganda”, ha detto mons. Luis Castro, presidente dei vescovi colombiani, che ha esortato i candidati alle elezioni a condurre una campagna senza insulti e senza coinvolgersi in attività illecite. La chiesa colombiana auspica che si raggiunga un “cessate il fuoco” da parte di tutti i gruppi armati, primo passo da compiere per dimostrare che hanno abbandonato ogni forma malsana di potere.

MISSIONI NOTIZIE

Iniziative vaticane

L'annuario pontificio. Dall'annuario pontificio si ha uno sguardo d'insieme sulla chiesa cattolica. Nel 2005 sono state erette 15 nuove sedi vescovili, segno della maturità delle chiese giovani. La crescita dei cattolici nel mondo in due anni s'aggira intorno ai dodici milioni. Oggi i cattolici sono il 17% della popolazione mondiale. Anche il clero è aumentato soprattutto in Asia e Africa; America e Oceania sono stabili, mentre l'Europa ha subito una diminuzione.

La sfida del microcredito. S'è svolto in Vaticano il convegno “Microcredito e lotta alla povertà” a cui hanno partecipato politici, imprenditori e operatori finanziari di 30 Paesi. Oggi, nel mondo, più di un miliardo di persone vive con meno di un dollaro al giorno. La formula del microcredito può essere considerata una risposta innovativa, anche se non l'unica, al problema della povertà. Erogando piccoli prestiti a persone che non possono fornire garanzie, queste sono messe in grado di avviare un'attività economica che diventa motore di crescita e sviluppo per sé e per la nazione. In quest'ottica, la conferenza ha voluto valutare le condizioni generali perchè il microcredito sia un effettivo strumento di sviluppo e chi siano i beneficiari più adeguati.

Vivere insieme

Stop all'esodo dei cristiani. Il re di Giordania, Abdallah II, incontrando una delegazione di vescovi europei e statunitensi, ha lanciato l'allarme che Gerusalemme sia svuotata dei suoi abitanti arabi e cristiani a causa di un'emigrazione crescente. “La presenza dei cristiani è importante perché la città santa custodisca la sua autenticità e identità”, ha detto il re musulmano. Di fronte alle difficoltà della Terra Santa, i vescovi hanno voluto dare indicazioni concrete: essere informati della situazione religiosa, politica e sociale; avvicinarsi con i pellegrinaggi; constatare le necessità e agire materialmente. Non si tratta di fare beneficenza, ma di promuovere la crescita umana, sociale e culturale delle comunità cristiane che vivono nella terra di Gesù.

Cina meno lontana? Il vescovo di Hong Kong, Joseph Zen è diventato il sesto cardinale cinese di tutti i tempi. Commentando la sua nomina, ha espresso la speranza di riuscire a migliorare i rapporti diplomatici tra Pechino e la Santa Sede, interrotti dal 1951, anno dell'espulsione del nunzio. Mons. Zen guida una diocesi di 250.000 persone. In Cina sarebbero tra gli otto e i dieci milioni i cattolici della chiesa non riconosciuta da Pechino, e altri quattro o cinque quelli della chiesa cosiddetta “patriottica”. Alcune decine di religiosi cattolici sono ancora detenuti in un carcere o costretti in campi di lavoro statali.

Il cardinal Sepe in Sudan. Il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto per l'evangelizzazione dei popoli, ha compiuto una visita pastorale in Sudan e Darfur. Il cardinale ha trovato un panorama complesso dal punto di vista religioso, sociale ed economico. Il risultato della lunga guerra civile è pesante: guerriglia, violenze, atti di vandalismo, distruzione di strutture pubbliche, diffusione delle malattie, povertà estrema condizionano la vita di milioni di persone. “La chiesa del Sudan non ha mai cessato di lavorare per l'annuncio di Cristo e del vangelo, per la riconciliazione e per la pace, anche in situazioni estreme di difficoltà”. Il card. Sepe ha definito il Darfur “una piaga aperta e sanguinante”. Al campo profughi ha lanciato un appello per esortare tutte le persone di buona volontà a intervenire offrendo ospitalità, assistenza e protezione ai profughi. “Alle nazioni e alla comunità internazionale ho chiesto che si mettano finalmente in pratica azioni decisive per fermare questa orribile situazione”.

Una storia speciale

Marco Bertoli, il pugile missionario. Marco Bertoli è originario di Palazzolo sull'Oglio (BS) e da dieci anni vive in Brasile con i bambini di strada. Ha solo 31 anni, ma è già conosciuto in tutto il Paese. Nel 1995, dopo un percorso interiore complesso, ha abbandonato gli affetti e la vita quotidiana di un ragazzo italiano a cui non mancava nulla, ed è partito. Da allora il suo cuore e la sua anima sono rimasti oltreoceano. Marco, ex pugile nella categoria pesi medi, è ormai un “personaggio” nel Minas Gerais per la sua caparbietà e incapacità di arrendersi di fronte alle ingiustizie.

Quasi da solo, ha fondato un'opera sociale a sostegno di 500 bambini di strada dai 6 ai 18 anni, che il tribunale dei minori gli ha affidato e che Marco, come un vero papà, raccoglie intorno alla città di Barbacena. Tutti vivono sulle verdeggianti colline della missione e qui frequentano le scuole. Marco, infatti, offre loro vitto, alloggio, un'educazione e una formazione professionale negli allevamenti di bestiame e di pesci, in agricoltura e nell'edilizia. La città dei ragazzi si chiama San Michele Arcangelo ed è una tenuta di 320 ettari e 7.000 metri quadri di superficie coperta, un posto meraviglioso per bambini che dalla vita non hanno ricevuto niente. “Vivere per i poveri è la mia missione di vita - dice Marco - la lotta contro l'ingiustizia è la mia forza”.



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