Sfide e prospettive per vivere bene
Nell’ultima assemblea generale (novembre 2013) del Consiglio indigenista missionario (Cimi), a Vicente Cañas, vicino alla capitale brasiliana, oltre 150 missionari e missionarie, collaboratori e leader indigeni, abbiamo riflettuto sul “bem viver”: “Sfide e prospettive per vivere bene” nell’attuale situazione socio politica, vissuta dai popoli indigeni in Brasile.
Durante l’assemblea, i rappresentanti dei popoli indigeni hanno manifestato la loro profonda preoccupazione per gli attacchi ai loro diritti da parte dello Stato brasiliano, che provoca violenze e uccisioni. Si sono espressi con questo slogan:
“Se non ci lasceranno sognare, non li lasceremo dormire!”.
Sono determinati a non rinunciare alle loro terre e si sentono incoraggiati dal sacrificio di quanti hanno versato il loro sangue e dalla presenza solidale e amica dei missionari.
Noi denunciamo gli attacchi contro il diritto al mantenimento della terra, le invasioni sistematiche dei territori tradizionali, le violenze e gli assassinii. Denunciamo il governo di essere connivente con questa offensiva anti-indigena, che alimenta il latifondo per l’agrobusiness. La lobby latifondista rappresenta la “frusta” che mantiene la schiavitù; il furto di terre e l’assassinio su commissione promuovono la devastazione delle risorse naturali e la concentrazione delle terre nelle mani di pochi.
Rispondendo alla chiamata dei leader indigeni, noi missionari e missionarie del Cimi abbiamo definito, con loro, le priorità d’azione futura.
Rinnoviamo la profonda convinzione che, anche se viene oltraggiata la vita e vengono tagliati gli alberi, dalla radice sbocceranno fiori e frutti, nuovi progetti di società del “bem viver” - il vivere bene, definito dagli stessi popoli amerindi.