Seguendo la luce di Dio, Augurio e provocazione di fine anno
Papa Benedetto XVI ha usato una citazione dall'Apocalisse - "Le nazioni cammineranno alla sua luce" - come tema della giornata missionaria mondiale celebrata in ottobre. Capita sempre più spesso di trovare nei mass media di questi tempi l'aggettivo "apocalittico" per quantificare il grado delle calamità naturali che si abbattono sul nostro pianeta e i danni provocati da terremoti, tsunami, uragani, alluvioni. Catastrofi alle quali, purtroppo e sempre di più, si aggiungono le cattiverie commesse dall'uomo, con tanta incoscienza, verso altri uomini - stragi e violenze, persecuzioni e ingiustizie - e anche contro l'ambiente in cui viviamo.
Per vocazione e convinzione
Il Papa applica questa citazione biblica a tutta la chiesa perché, pellegrina con l'umanità, rifletta la luce che ha ricevuto dal vangelo su tutti i popoli nel loro cammino storico verso Dio, perché in Lui abbiano la loro piena realizzazione e il loro compimento. Noi missionari, per nostra specifica vocazione, ci sentiamo impegnati ad accoglierla da protagonisti. E noi saveriani, in altre parole ancora più chiare, siamo stati educati dal nostro fondatore, il beato Guido Conforti, a vivere e lavorare per "fare del mondo una sola famiglia".
Anni fa mi è capitato di fare amicizia con un convinto aderente al gruppo "Lotta continua", che in una conversazione mi disse: "Se noi avessimo la forza che viene dal vangelo come l'avete voi, a quest'ora il mondo lo avremmo già cambiato". Queste parole mi ricordarono quelle udite qualche anno prima da un rappresentante di un'altra religione proveniente da un Paese straniero: "La nostra patria diventerà grande quando diventerà cattolica".
Diamoci da fare!
Gesù, il Papa, Conforti e tanti altri ci guidano con il vangelo, mentre chi ne vive fuori ci provoca. Ci penso spesso, specialmente in certe circostanze come questa di fine anno. È un pensiero che mi tormenta man mano che gli anni crescono (e camminano a braccetto con quelli della giornata missionaria mondiale, a quota 83). Per questo, il messaggio del Papa ogni anno alla chiesa me lo sento rivolto direttamente.
A voi, anche se di diversa età e professione, non succede qualcosa di simile? Proviamo a pensarci e a darci daffare, ognuno secondo le proprie possibilità, e chissà che i notiziari dei mass media un bel giorno non siano costretti a cambiare argomento, passando a cose più serie.
Più che un augurio, anche questa è una provocazione, ma potrebbe essere anche un proposito comune o almeno una preghiera corale.
Buona fine e buon inizio d'anno a tutti voi, cari amici lettori e alle vostre famiglie.