Saveriani di Triveneto e Romagna
Le comunità saveriane a Lentiai e Nevegal
È tradizione che le comunità saveriane vicine si incontrino, per ravvivare lo spirito di famiglia e trattare insieme eventuali problemi e tematiche di comune interesse. Soprattutto costatiamo quanto sia bello che i fratelli si trovino insieme nella preghiera, nella celebrazione eucaristica, nel sedere a mensa, nello scambiarsi esperienze, in un clima sereno e cordiale.
L'ultima volta ci siamo incontrati a Lentiai (Belluno), dalla sera del 17 al pomeriggio del 19 aprile. Eravamo 21 saveriani, ospiti delle Figlie di san Giuseppe, nella casa di spiritualità "Stella Maris", gestita dalle religiose.
La Messa di diamante di p. Cisco e p. Chiari
Abbiamo trascorso il primo giorno a prepararci al prossimo Capitolo generale, riflettendo sulla nostra vita spirituale, sulle esigenze dei saveriani in Italia e sulle teologie internazionali. Nella riflessione, erano con noi i due delegati p. Carlo Pozzobon e p. Marcello Storgato.
Il secondo giorno abbiamo celebrato il 60.mo di sacerdozio dei nostri confratelli p. Bruno Cisco, saveriano padovano ora nella comunità di Zelarino, e p. Ildo Chiari, reggiano di nascita e da molti anni animatore nella diocesi di Ravenna, dove fu vescovo mons. Conforti. Brillante e gioiosa è stata l'omelia dei due missionari, ancora giovanili e soprattutto entusiasti del dono ricevuto dal Signore nel sacerdozio missionario.
Il santuario e la tragica diga
Con i festeggiati, abbiamo poi deposto ai piedi di Maria Immacolata i nostri propositi, la nostra vita, pellegrini al suo santuario, a mille metri di altezza, nella splendida conca del Nevegal. La costruzione arieggia un'enorme capanna a semicerchio, sostenuta da possenti travature in pino, con le pareti in blocchi di marmo. Sullo sfondo, dietro l'altare, inciso sulla viva pietra, domina Gesù l'Onnipotente.
Fuori, si contempla un altro spettacolo: la grotta di Lourdes con la Madonna in marmo di Carrara, a ridosso della montagna, contro la foresta, con le cinque cappelle del rosario. Nelle ricorrenze mariane, i pellegrini assiepano a migliaia il santuario e la località.
Abbiamo poi visitato la tragica diga del Vajont, con la frana della montagna che ha svuotato d'un colpo il lago, provocando la disastrosa inondazione, con tutte le vittime. Infine, abbiamo sostato a un ristorante aziendale, prima del rientro alle proprie sedi: Udine, Zelarino, Vicenza, Ravenna.