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Sacerdote saveriano da 50 anni

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Non amo cerimonie e anniversari. Quando mi è stato proposto di celebrare a Borore (NU), mio paese natale, il 50° di ordinazione, ho fatto qualche resistenza. Poi, sapere che con me ci sarebbe stato don Nino Pilu, mio coetaneo e compagno d’infanzia, mi ha convinto. La celebrazione del 50° di due sacerdoti nello stesso anno sarebbe stato un evento straordinario per la comunità di Borore.

A Borore una gran festa!

Domenica 19 luglio 2015 era presente il vescovo mons. Morfino che ha presieduto la santa Messa. Non mi aspettavo tanta partecipazione: i sacerdoti della forania erano presenti al completo e poi la gente, che con i canti rendeva l’atmosfera ancora più esaltante.

Non sono mancati i doni: una casula donata dalla comunità, un calice dono del vescovo, una targa  da parte dell’amministrazione comunale, una bella icona della Madonna donata dai sacerdoti. Non è mancata neppure la pergamena con la benedizione di papa Francesco. Tutto si è concluso nei saloni dell’oratorio con un rinfresco.

La partenza dalla Sardegna

È difficile dire il momento in cui è maturato il mio “” a Dio. Credo che non ci sia un momento preciso, ma è frutto di una disponibilità di mente e di cuore a quello che Dio poteva suggerirmi. Ho alcuni momenti fissi nella memoria.

Uno è il 18 agosto 1952, giorno della mia prima partenza, a soli 13 anni. Ricordo la stazione animata allora da tanti giovani in partenza per il “continente” e per l’Europa in cerca di lavoro. Ricordo gli abbracci, le lacrime, un agitare di mani protese dal finestrino, quasi ad afferrare gli ultimi frammenti di quel mondo che stava scomparendo ai miei occhi. Poi la nave, una magia di luce, che ora diventava malinconica realtà, mentre si allontanava dal molo.

Il viaggio per Nizza Monferrato durò 36 ore. Poi le altre tappe della mia formazione saveriana: Venezia, Ravenna, Desio, Roma, Milano, Parma dove, nel duomo, ho ricevuto il sacramento dell’Ordine il 17 ottobre 1965, dalle mani del card. Gonfalonieri.

Cremona, città gentile

Il resto è la storia di questi 50 anni. Affido a Dio il giudizio su come li ho vissuti, ma un punto fermo c’è. Sull’immaginetta ricordo di 50 anni fa avevo scritto in latino “Scio cui credidi” (So in chi ho creduto). L’ho riproposta anche oggi. Chi mi ha sostenuto in tutti questi 50 anni è stato proprio Gesù, sempre, anche nei momenti più difficili.

Mandati a portare il lieto annuncio” è il nucleo fondamentale del mandato missionario, sulla base di un atteggiamento di amore verso le persone.

Il mio percorso esistenziale è stato caratterizzato soprattutto dall’impegno come insegnante nelle scuole saveriane, soprattutto a Cremona, città che ho amato anche per la sua gente gentile, accogliente, generosa e per l’attenzione che sempre ha dimostrato per i saveriani.

Dall’Indonesia a Brescia

Poi la prima esperienza missionaria in Indonesia sulle orme di san Francesco Saverio, che quelle terre aveva evangelizzato cinque secoli fa. E proprio là, alle isole Molucche, mi è stato ulteriormente chiaro il senso del mio mandato missionario. Alla fine della Messa in uno sperduto villaggio della foresta equatoriale, un indigeno mi dice: “Grazie, padre, del dono di Gesù”. Aveva capito perfettamente il significato dell’annuncio missionario.

Attualmente, mi trovo a Brescia, per dare una mano ai parroci nel servizio pastorale e nella redazione di qualche articolo per le riviste. Come assistente spirituale della onlus “Pro meninos de rua” seguo in Brasile alcuni centri di accoglienza per i bambini di strada.

Ora continuo a vivere al servizio della gioia e della speranza di ogni uomo, cercando di condividerne il peso delle tristezze e delle angosce, scegliendo la via della compassione e della misericordia nella predilezione per i più deboli, piccoli e poveri.



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