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S. Guido torna in Romagna, ''Donaci il tuo spirito missionario!''

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Tutta la diocesi di Ravenna era presente venerdì 12 ottobre in Sant'Apollinare in Classe per l'apertura dell'anno della fede e per ricevere l'urna del nostro fondatore san Guido Conforti, che iniziava il pellegrinaggio di dieci giorni per i decanati della diocesi.

Qui il santo era stato arcivescovo per due anni, lasciando un segno indimenticabile di santità, umiltà e servizio pastorale, nonostante le numerose difficoltà e la salute cagionevole che lo costrinse a presentare le dimissioni al Papa, proprio per amore alla diocesi a cui non voleva arrecare danno.

La commozione del vescovo

Con il canto delle litanie dei santi l'urna è entrata in basilica sorretta da sei sacerdoti, tra la commozione dei fedeli e in particolare dell'arcivescovo mons. Giuseppe Verucchi.

Dopo aver parlato dei motivi per i quali si sentiva commosso nel vedere la chiesa così gremita di popolo, accorso da tutte le parrocchie, il vescovo ha detto d'aver provato una commozione ancor più grande nel veder entrare l'urna di san Guido Conforti portata a spalle da sei sacerdoti per tutta la navata della grande basilica.

"Ricevendo l'urna del santo vescovo di Ravenna, mi sono sentito un po' turbato ripensando a quel 1902. E mi è venuta l'idea di chiedere a tutti voi di fare una grande riparazione a quell'accoglienza fredda e notturna, che è stata riservata al giovane arcivescovo che faceva il suo ingresso in diocesi.

Sceso dal treno a Godo, raggiunse l'episcopio in carrozza in segreto, perché se qualcuno lo avesse visto, non sarebbero stati battimani ma insulti! Soltanto un piccolo gruppo di giovani dell'Azione cattolica davanti alle scalinate dell'episcopio lo accolse e lo salutò, mentre saliva le scale per andare a riposare; ma dubito che abbia dormito quella notte!".

Il cuore missionario di san Guido

"Noi abbiamo già riparato a livello pubblico - ha proseguito mons. Verucchi - accogliendolo alcuni anni fa davanti alla casa del popolo con tutte le autorità, e lo vogliamo fare anche in questa occasione. Ma quello che ho pensato mentre entrava l'urna, è stato l'ardore missionario, il desiderio di evangelizzare che animava Guido Conforti. Fin da giovane sacerdote, egli aveva dato vita alla congregazione dei missionari saveriani, che chiamava "gli aquilotti". Li mandava a volare in terre lontane, in Cina, con tutti i pericoli di quell'epoca! Il cuore di Guido Conforti, infatti, era un cuore fortemente missionario.

E la preghiera che ho fatto mentre vedevo arrivare l'urna verso l'altare è stata questa: «San Guido, dona un po' della tua voglia di annunciare il vangelo e di testimoniare Cristo; dona un po' di quell'ardore che animava la tua vita, anche a ciascuno di noi, alla tua chiesa.

Perché questa è stata la tua chiesa, Ravenna-Cervia, in quegli anni 1902-1904. Donalo anche alla chiesa di oggi»".

Per servire la chiesa...

La celebrazione in Sant'Appolinare si è conclusa con l'adorazione Eucaristica, per chiedere a Dio il dono della fede, in quest'anno speciale indetto da papa Benedetto. Ci siamo inginocchiati tutti per chiedere quella stessa fede che ha animato la vita di mons. Conforti e che lo ha spinto a evangelizzare, a comunicare la fede a tutte le persone che egli incontrava nel suo cammino terreno, servendo la chiesa e il popolo che Dio aveva affidato a lui come pastore.

Il giorno dopo, tutta la comunità dei saveriani è andata a concelebrare nella basilica, prima che l'urna partisse per visitare i vari vicariati della diocesi di Ravenna, la cattedrale e una parrocchia della diocesi di Forlì.



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