''Ricevi e inoltra'' per il 10 maggio: Festa Giovani veneziani
Non è una mail o un messaggio; non è l'invito a una chat o a un gruppo di discussione, né un contatto in facebook. Eppure il meccanismo è lo stesso: "Ricevi e inoltra".
Ricevi i tuoi talenti e inoltrali, moltiplica i tuoi contatti, espandi i doni ricevuti per "taggare" (contattare e mettere in comune nel linguaggio di "facebook") sempre più persone. Questo è l'invito della festa diocesana dei giovani in programma per il 10 maggio. È l'evento che ogni tre anni raduna i ragazzi dalla prima superiore in su, e che anche quest'anno si tiene per un'intera domenica al palaturismo di Jesolo.
L'iniziativa, organizzata dalla pastorale giovanile e dai vicariati diocesani, fa incontrare centinaia di giovani con la consueta partecipazione straordinaria del patriarca di Venezia Angelo Scola.
Uno slogan azzeccato!
Una volta, prima che esistessero radio e telefonini, si chiamava "passa-parola", oppure in Africa "batti il tam-tam", e trasmetteva le notizie molto velocemente. "Ricevi e inoltra" credo sia lo slogan più adatto per inserire l'evento dell'incontro dei giovani nel contesto dell'anno paolino che stiamo celebrando. Infatti, vi è racchiuso tutto l'apostolato di san Paolo. Lui lo dice espressamente usando quasi le stesse parole: "Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso (inoltrato)..." (prima lettera ai Corinzi 11,23).
Sono numerose le citazioni che si possono fare in proposito. Paolo sente di trasmettere un messaggio che gli è stato rivelato. "Vi dichiaro che il vangelo da me annunziato non è modellato sull'uomo; infatti, io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo" (Gal 1,12-13). Questo messaggio è Gesù crocefisso e risorto, incontrato sulla via di Damasco, meditato negli anni del suo ritiro in Arabia e confrontato poi con la predicazione degli apostoli, in particolare di Pietro e Giacomo.
Paolo è talmente convinto di questa sua missione da esclamare: "Non è per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere. Guai a me se non predicassi il vangelo!" (1 Cor, 9,16). La sua missione continua anche quando è a Roma, prigioniero, legato a un legionario romano. La Parola corre con franchezza e senza impedimento (Cf At. 28,30).
La responsabilità missionaria
La Parola è giunta anche alla chiesa di Venezia e da qui rimbalza, attraverso le iniziative di singoli, ma in particolare dei vari gruppi missionari parrocchiali, in tutto il mondo: dal Kenya al Brasile, dal Madagascar al Congo, dalla Sierra Leone alla Colombia, dall'India alle Filippine, dalla Romania al Libano, dalla Thailandia al Giappone. Tantissime nazioni ricevono il messaggio attraverso l'aiuto spirituale e materiale delle comunità della nostra diocesi.
Uno stand con mostra fotografica e filmata di queste realtà sparse nel mondo educa i giovani a una responsabilità missionaria. Si continua così una tradizione che ha visto nel 2003 la presenza dell'urna di santa Teresa del Bambin Gesù; nel 2006 la ricorrenza del 5° centenario della nascita del Saverio, e quest'anno il bi-millenario di san Paolo.
Non solo parole
Ma durante l'incontro non sono previste solo parole. Nella giornata del 2006, una giovane di Mestre laureata in economia, Elisa Pozzobon, ha accolto perfettamente l'invito alla missione lanciato dal patriarca Angelo Scola e ha dedicato 18 mesi alla missione di Ol Moran, in Kenya, in aiuto a don Giovanni Volpato e don Giacomo Basso. Ha lavorato nel suo campo e ha commentato così l'esperienza: "Ho scoperto che la vicinanza e l'amicizia con la gente mi fanno apprezzare le loro ricchezze, scoprire i miei limiti e inoltrare in maniera semplice ed efficace il dono più prezioso che ho ricevuto, la fede in Gesù che salva".
Il centro missionario diocesano (tel. 041 2702453) e anche i missionari saveriani (tel. 041 907261), possono dare una mano a tutti coloro che desiderano partecipare.
Ricevi e inoltra!