Procura delle missioni, 4 saveriani che si fanno in quattro
Capita spesso di ricevere telefonate in cui, chi chiama, pensa di parlare con la procura della repubblica di Parma. “È la procura di Parma?”. “Sì”, rispondo io. “Mi può passare il procuratore?”. “Ma guardi che questa è la procura dei missionari saveriani di Parma”.
La procura è un servizio che i saveriani svolgono a favore delle missioni sparse nel mondo. Qual è il nostro stipendio? “Deus te pague” - Dio ti ricompensi, dicono i brasiliani. E anche noi lo stipendio lo aspettiamo dal buon Dio, oltre alla gratitudine dei nostri confratelli.
Fratel Dario, il tuttofare
In procura lavorano quattro saveriani. Fratel Dario, il superiore, è il più giovane e ha superato da un po’ i 50 anni. È stato missionario in Indonesia, alle isole Mentawai. Dice che è più facile far funzionare gli orologi rotti che i missionari gli portano da aggiustare, che far funzionare noi! Fratel Dario è anche il nostro postino e l’infermiere, per ogni emergenza. Dicevano i nostri maestri di spirito: “servire è regnare”. E lui regna così, aiutando ciascuno di noi quando non ce la facciamo a sbrigare da soli tutto il lavoro.
Padre Tam, il selezionatore
Padre Gianandrea Tam è il procuratore. Ha quasi 60 anni e qualche acciacco, che a volte lo fa soffrire. Soprattutto quando, per riempire i container da spedire in Africa, deve sollevare qualche ...quintale di troppo. I pacchi da sistemare nel container lo fanno grondare di sudore. Sapere, però, che andranno in Congo o in Sierra Leone, lo rende contento. Anzi, quanti più spazi vuoti riesce a riempire con qualche oggetto utile, tante più persone saranno felici laggiù.
Padre Tam, prima di caricare, seleziona il materiale da inviare. Si accerta che le cose richieste dalle missioni siano in buon ordine e scarta quelle che sono fuori uso. Queste non vanno bene nemmeno per i poveri del mondo: la carità deve essere sempre rispettosa.
Padre Carlo, il maratoneta
Padre Carlo Primosig è il direttore. Si preoccupa che i documenti dei saveriani e delle auto siano a posto. Quando c’è da rinnovare passaporti, patenti, carte d’identità o le tessere sanitarie, ci pensa p. Carlo a risolvere tutti i grattacapi. Accompagna all’aeroporto i missionari partenti o va a prenderli quando sono di ritorno per riposo o per problemi di salute. Inoltre, fa di tutto per essere presente al funerale dei familiari di un confratello che è in missione, per sostituire e rappresentare - per così dire - il “figlio” missionario.
Il suo fisico darebbe l’idea di un’ottima salute, nonostante i suoi 65 anni, ma anche a lui l’Africa ha lasciato il segno. In compenso, c’è sempre un orticello che lo aspetta, quando è libero da impegni. Chi ci viene a trovare o chi fa una pausa dal lavoro, da p. Carlo troverà sempre un buon caffé.
Padre Lao, il corrispondente
L’ultimo acquisto in ordine di tempo (tre anni or sono) sono proprio io. Qualcuno mi chiede se sono cinese o polacco, visto che mi chiamo “Lao”. Invece, sono bergamasco, italiano, ma soprattutto brasiliano, dopo quasi trent’anni passati in Brasile. La speranza è di tornare ancora nella terra di Santa Cruz.
Per ora trascorro molto tempo seduto in ufficio, salvo qualche corsa in banca. L’amministrazione di tutta l’attività della procura non è poca cosa. Tra l’altro, sto sperimentando una grande generosità da parte dei nostri amici italiani. Non avrei immaginato che l’amore per le missioni e i missionari fosse così grande e generoso.
Il mio lavoro consiste nel ringraziare i benefattori, dare spiegazioni e orientare gli aiuti verso i Paesi più bisognosi e poveri. Mi preoccupo di trasmettere ai missionari in tutto il mondo, le offerte e i nomi dei benefattori, con scrupolosa esattezza.
A nome dei “quattro della procura” diciamo un grande grazie a tutti i nostri amici e benefattori:
“Deus te pague” - Dio ti ricompensi - è il nostro “grazie” per ciascuno di voi.