Papa ringrazia "piccoli missionari - Mine - Pena di Morte
Il Papa ringrazia i "piccoli missionari" dell'infanzia missionaria
All'Angelus dell'Epifania, il Papa ha ringraziato tutti i "piccoli missionari" per il loro contributo alla diffusione del vangelo e li ha incoraggiati a testimoniarlo ogni giorno con la loro vita. I "piccoli missionari" sono i bambini e le bambine della Santa Infanzia, una delle Pontificie Opere Missionarie, fondata 160 anni fa in Francia, per sostenere i cristiani della Cina con la solidarietà e la preghiera.
La Giornata dell'Infanzia Missionaria viene celebrata ogni anno il giorno dell'Epifania, in cui si manifesta la vocazione missionaria della chiesa. La Santa Infanzia, presente in più di cento nazioni, propone ai bambini di pregare ed offrire gesti concreti di solidarietà, anche con un po' di sacrificio personale, a vantaggio dei coetanei che ancora non conoscono Cristo e vivono nel bisogno.
"I bisogni dei bambini del mondo - ha scritto il Papa - sono così numerosi e complessi che nessun salvadanaio e nessun gesto di solidarietà, per quanto grande, basterebbe a risolverli. È necessario l'aiuto dall'Alto. Voi, cari ragazzi missionari, iscrivendovi all'Opera della Santa Infanzia, assumete come primo impegno la recita di un'Ave Maria al giorno. Sapete infatti che l'efficacia della missione poggia anzitutto sulla preghiera e per questo vi rivolgete alla Madonna, Stella dell'evangelizzazione… Vi esorto a perseverare in questa bella pratica con impegno rinnovato in questo Anno del Rosario".
Le mine uccidono ancora
Il 5 gennaio scorso tre persone sono morte in Niger a causa di una mina anticarro "che era nel posto sbagliato", mentre la carovana di jeep era in giro turistico sulle dune del deserto. La notizia ha avuto ampio spazio nelle prime pagine dei giornali e nei mezzi di informazione.
È davvero tragico perdere la vita mentre si desidera trascorrere qualche giorno di vacanza in santa pace. Siamo vicini al dolore dei familiari ed amici dei tre italiani vittime della mina.
È doveroso richiamare che decine di milioni di mine ed ordigni inesplosi restano in agguato in vasti territori di numerose nazioni del mondo, soprattutto dell'Africa e dell'Asia. Le vittime di ogni giorno sono sempre persone innocenti, che hanno diritto ad una vita normale e sicura. La loro vita ha lo stesso valore dei nostri compianti connazionali. La migliore difesa della vita è la pace, sempre e dovunque.
Afica: La pena di morte
Padre Tarcisio Agostoni, un comboniano che opera in Africa dal 1951 e impegnato nella questione della pena di morte, ha fatto il punto della situazione all'agenzia Fides:
"La pena di morte è la cartina di tornasole della situazione di malessere nel continente. In Africa solo 11 paesi hanno finora abolito la pena di morte; altri 10 l'hanno di fatto sospesa. Altri paesi invece la applicano con durezza. In Uganda, per esempio, nel 1999 in una sola notte sono stati impiccati 28 detenuti; ci sono inoltre 271 condannati a morte, rinchiusi nelle carceri ugandesi".
Questo dramma non può essere ignorato dalla comunità cristiana. Molti missionari sono impegnati a sensibilizzare le coscienze della gente e dei responsabili delle nazioni.
La comunità internazionale può contribuire alla soluzione di questo grave problema umanitario anche attraverso la giusta pressione esercitata da cittadini consapevoli ed attivi. Basti pensare a quanto si è fatto per salvare le vite di Safiya e di Amina, le due donne nigeriane condannate alla lapidazione, secondo la legge islamica.
Può essere utile ricordare che il Consiglio comunale di Roma, lo scorso settembre in Campidoglio, ha conferito la cittadinanza onoraria a Safiya. Per l'occasione, la giovane madre ha detto: "Prego per tutti voi, che Dio possa darvi una vita felice. Adesso che sono libera, pregherò con tutte le mie forze per la salvezza di Amina e chiedo a tutti coloro che si sono interessati a me, che aiutino anche lei".