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Padre Mondin, ciclista di Dio

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Ai ciclisti p. Mondin aveva dedicato un libro non filosofico dal titolo, L'Europa in bicicletta. Qualche anno prima gli aveva scritto il presidente dell'Audace, cavalier Luigi Leggeri, supplicandolo di accettare, a nome della sua squadra, la seguente proposta: "Conosciamo tutti le sue doti di tenace cicloamatore; ma anche se fosse il migliore di tutti, vorrei chiederle un grande favore: quello di rinunciare a disputare il Giro in veste di rappresentante di un gruppo sportivo, ma di parteciparvi come cappellano, cioè come padre spirituale di tutta la comitiva".

Un lungo tour concluso a Parma

Padre Giambattista (“Gio Batta” per l’anagrafe) accettò molto volentieri la proposta, e svolse tale compito per alcuni decenni, guidando campioni della bicicletta come Gino Bartali, Vittorio Adorni, Giovanni Battaglin e altri... verso i santuari mariani più famosi d'Europa e perfino in Terrasanta.

Un lungo tour calcolato in mezzo mondo di pedalate, come ammiccava la vignetta dalla copertina del libro con il ciclista Mondin in sella alla bici, il Crocifisso nella mano destra e un mezzo globo come sfondo. La corsa di p. Giobatta, il più grande tomista del 20° secolo (come hanno scritto di lui), si è conclusa il 29 gennaio nella casa madre dei saveriani. Era nato a Monte di Malo (VI) il 29 luglio 1926.

I genitori avevano arricchito la famiglia Mondin di altri quattro figlioli. Anche Rina ha seguito l'esempio del fratello diventando missionaria saveriana: aveva incontrato per l'ultima volta il fratello missionario un anno fa a Parma, prima di tornare in Congo.

Una vasta produzione

Ordinato sacerdote nel 1952, i superiori lo ritennero capace di intraprendere studi universitari molto impegnativi e lo inviarono negli Stati Uniti per essere utile alla congregazione nella formazione degli studenti saveriani: da Boston ad Harvard, prima del ritorno in Italia nel 1963, al liceo dei saveriani a Desio. Nel 1974 venne chiamato a Roma, dove iniziò la sua collaborazione di docente​ universitario, di consultore della Santa Sede, di scrittore e giornalista.

Padre Mondin era chiamato per conferenze in Italia e all'estero, e i suoi volumi sulla teologia tomistica e sulla filosofia erano richiesti da molte istituzioni e tradotti in varie lingue, compreso il coreano.

Discepolo di san Tommaso

Mario Pangallo della pontificia università Urbaniana era il relatore della laudatio in onore di p. Mondin, dopo che quest’ultimo aveva tenuto una lectio magistralis, al termine della sua attività. Queste sono state le sue parole.

“Ripercorrere l'itinerario accademico e scientifico di p. Mondin è impresa davvero impegnativa per la vastità degli interessi e l'importanza degli studi. Ha saputo coltivare con uguale interesse e competenza tutti i principali ambiti della filosofia e della teologia. È discepolo di san Tommaso d'Aquino, così da essere considerato uno dei maggiori neo-tomisti del XX secolo: 70 libri tradotti in varie lingue e oltre un migliaio di articoli scientifici.

Un’opera monumentale è la sua Storia della teologia in 4 volumi, pubblicata negli anni 1996-1997, che può considerarsi il punto di sintesi degli studi di p. Mondin sui teologi e sulle teologie...

Il teologo, secondo Mondin, oggi è chiamato a compiere l'opera di soccorso del buon samaritano, chinandosi sull’umanità per diagnosticarne i mali, ascoltandola attentamente, per condurla alla salvezza alla luce e sotto la guida della rivelazione soprannaturale…”.

Grazie al Signore!

Ringraziamo il Signore di averci dato p. Mondin come servitore instancabile della chiesa missionaria nel mondo e come confratello che ai saveriani ha lasciato in eredità anche un’opera d’immenso valore sul Cristo-centrismo del Conforti, sulla concezione chiara che il nostro amato fondatore san Guido possedeva per formare i suoi missionari.



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