Padre Masi è ancora ...in cattedra!
Una visita al "vecchio prof" in Amazzonia
Noi lo conosciamo come padre Nicola Masi, ma qui è pentato padre Niki. Non era più "giovanissimo" quando ha lasciato la cattedra di teologia morale a Parma per andare in Amazzonia. Il desiderio di conpidere la condizione dei poveri era forte. "Tante volte parliamo contro gli arsenali di guerra - mi dice p. Niki, ripetendo le parole di Hélder Câmara - ma noi stessi siamo arsenali, perché manca l'amore. Noi dobbiamo essere i primi arsenali di fede, di amore, di speranza".
A Belém, su una palafitta
Gli chiedo di raccontarmi il suo itinerario di fede, di amore, di speranza. Arrivando in Brasile, a Belém, p. Niki trova una situazione difficile da immaginare: catapecchie sorte su discariche, dove vivevano intere comunità e nugoli di bambini che si aggiravano tra i rifiuti, alla ricerca di qualche oggetto utile.
Padre Niki ha vissuto 18 anni su una palafitta: "È stata la mia università, dove ho potuto apprendere più che insegnare". Si mette in cammino con loro, con i poveri che sono vittime dell’ingiustizia. La gente discute e prende coscienza della propria dignità. Organizza manifestazioni per ottenere condizioni più dignitose, scuole, strutture sanitarie, un lavoro per sopravvivere. Si era in piena dittatura, per cui era impossibile ...avere ragione.
Con l’avvento della democrazia si è fatto qualche passo avanti, ma la corruzione generale ha lasciato la situazione nel degrado. "Il vero cambiamento non sarà mai dall’alto in basso. È la forza che nasce dalla base, dalla maturità delle nostre coscienze che riuscirà a cambiare le cose", afferma p. Niki.
Abaetetuba: ridurre la fame
Ad Abaetetuba il paesaggio non è perso: stessa incuria, stessi ragazzi che riempiono le strade fangose. Non ci sono scuole, strutture sanitarie, lavoro. I ragazzi formano bande di quartiere, spesso in lotta fra loro. Impossibile controllare la micro - macro criminalità. È pericoloso aggirarsi da soli: aggrediscono per portarti via quello che hai.
È in aumento la prostituzione minorile. Giovani ragazze vengono offerte ai clienti dalle stesse famiglie. Le chiamano "ragazze di programma", vittime di un sistema in cui si intrecciano povertà e miseria da una parte, perversione e sesso dall’altra. I bambini sono bastonati, se non riescono a portare a casa i 10 reais (4 euro) al giorno. Ingannano la fame sniffando colla o assumendo droghe.
A questa situazione di degrado, p. Niki ha cercato di porre qualche rimedio, con un programma in quattro punti: nutrizione, istruzione, sanità e lavoro. Tutto parte della fame. Ridurre la fame significa togliere i ragazzi dalla strada, liberare le bambine dalla prostituzione. L’istruzione restituisce ai giovani la consapevolezza della propria dignità; con i corsi professionali, è più facile trovare lavoro.
La scommessa dei saveriani
Prima dell'arrivo dei missionari saveriani non vi era nulla ad Abaetetuba. Le opere realizzate stanno a dire che si sta vincendo la scommessa. Con p. Niki faccio un giro di ricognizione in città. "Cristo Trabalhador" è la prima scuola che visitiamo. Una scuola professionale frequentata da 1.500 ragazzi, avviati al mondo del lavoro. Il Centro radio televisivo, mezzo di comunicazione e di formazione, con proposte culturali adeguate. Le chiese e i saloni sono luoghi importanti di incontro e di confronto sui valori che vengono proposti.
Mi indica poi, con soddisfazione, la Casa delle madri gestanti, dono della diocesi tedesca di Rottemburg. Le giovani madri vengono aiutate ad avere fiducia nella vita che portano in grembo e a gestire i momenti che precedono e seguono il parto. Nella Casa della pace vengono seguiti migliaia di bambini, assicurando loro cibo, istruzione e ...futbol.
"Organizziamo la speranza"
Grazie, p. Niki. Sei ancora in cattedra! Non più per insegnare pagine di teologia, ma la vita: quella che anima le strade di Belém e di Abaetetuba; quella che vive nel cuore di tanti bambini, il cui unico torto è di vivere in un mondo che toglie loro i sogni, il gioco, il pane e spesso una famiglia.
"Organizziamo la speranza!" - mi dice p. Niki nell’atto di salutarmi, alla Rodoviaria di Abaetetuba, dove prendo il pullman per Belém.