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Carisma è missione: Le radici invisibili

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Mi alzo presto al mattino. Alle 5,30 apro il cancello e la porta della chiesetta del noviziato. Il sole non è ancora nato quando il gruppo di "amici saveriani" arriva da varie parti del quartiere. Un saluto discreto e poi... preghiera in silenzio fino alle 7, quando celebro la Messa. Pregano per le vocazioni e per i missionari, per la chiesa e per i non cristiani.

Queste persone sono le fondamenta del nostro lavoro missionario, il sostegno delle nostre fatiche e la ragione dei nostri successi.

Ho pensato a questi "amici" quando Benedetto XVI ha visitato il monastero delle clarisse in Guaratinguetá. Questo paese è conosciuto per la presenza della "Fazenda da esperança - Azienda della speranza", un’istituzione per il recupero di tossicodipendenti e che oggi conta 28 centri maschili e 11 centri femminili, in Brasile e in altri paesi (Germania, Paraguay, Argentina, Filippine, Russia...).

Tutto è iniziato nel 1983, quando il giovane Nelson, allora ventenne, sostenuto dal suo parroco francescano Hans Stapel, fu preso dall’idea di aiutare alcuni compaesani a uscire dalla droga. Li invitò a fare vita comune e iniziarono l’avventura di sfidare la rassegnazione per dare vita alla speranza e alla capacità della persona umana di recuperare se stessa.

La visita del Papa alla "Fazenda" è stato un momento significativo del suo passaggio in Brasile: niente cerimonie; solo spontaneità e gioia di chi ha ritrovato la vita. Il Papa ha dato risonanza a questo impegno di lotta contro la droga, basata su fondamenta solide: la conpisione dei beni, la preghiera, il vangelo.

La prima decisione di quel gruppo di giovani è stata di imitare la prima comunità cristiana, che "metteva ogni cosa in comune". Rafforzati dalla lettura quotidiana del vangelo - una pagina, una frase da vivere in quel giorno - e dalla preghiera dei giovani e delle clarisse, che sostengono la lotta di chi vuol liberare e liberarsi dalla schiavitù della droga..

Il Papa ha riassunto bene questa armonia di impegno sociale cristiano:

"È Cristo risorto che cura le ferite e salva i figli e le figlie di Dio, salva l’umanità dalla morte, dal peccato e dalla schiavitù delle passioni. In questa Fazenda da esperança si uniscono le preci delle clarisse e il lavoro della medicina, per rompere le catene delle droghe che fanno soffrire i figli amati da Dio... È in questo amore che fra Hans le invitò a essere garanti di tutto il lavoro svolto nella Fazenda da esperança". Ecco la garanzia del successo apostolico: la semplicità di vita nella conpisione dei beni, il vangelo meditato e vissuto, la preghiera.

Proprio per questo, penta per me segno di speranza quel gruppetto di uomini e di donne che ogni mattino arriva silenzioso e si mette in preghiera.

Sono come le radici invisibili, che fanno salire la linfa fino ai rami e producono frutto.



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