Padre Marino Rigon accademico olimpico
Sommo traduttore di Tagore
L’ incedere dei nuovi accademici sul palco, nell'impareggiabile scenario del Teatro Olimpico di Vicenza, crea un senso di suspence: si svela una cornice unica per la lettura della motivazione. La scacchiera perfetta del Palladio richiama i giochi tragici di Sofocle, di Eschilo. "Padre Marino Rigon, missionario saveriano in Bangladesh dal 1953, è il più noto e completo traduttore delle opere del sommo poeta indiano Tagore, che ha saputo introdurre nella più larga conoscenza della cultura italiana.
Il governo del Bangladesh l'ha riconosciuto come uno dei più grandi benefattori di quel Paese, per aver realizzato il maggiore complesso di formazione professionale per giovani". Alla fine della cerimonia la Schola di S. Rocco di Vicenza, a voci miste, ha eseguito i cori dell'Edipo Tiranno, tradotti in musica dal maestro Andrea Gabrieli, per la recita all'Olimpico l'anno 1558: esecuzione stupenda.
Il 20 giugno secondo concerto "ad honorem" di p. Marino, nella villa di sogno Zileri-Motterle al Biron, per arpa e flauto. L'accademico ringrazia il presidente dell'Accademia Olimpica avv. Renzo Pelizzari, l'arch. Eugenio Motterle e consorte Marta per la serata e si rivolge a tutti gli amici convenuti: "Ieri al Teatro Olimpico l'armonia e la prospettiva del Palladio e oggi, qui, in questa sala, l'esplosione dei colori nella pittura del Tiepolo, sono entrate nelle mie vene a far ribollire il sangue di dense emozioni. Ho visto nello splendore dell'arte l'immagine di come ho concepito la mia vita religiosa e missionaria, fatta di musica, di canto, di poesia.
La nomina ad Accademico Olimpico mi ha aperto gli occhi sulla mia vita legata ad un unico filo, intrecciata d'arte e poesia, dentro il mistero della mia vocazione".