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Padre Fontana: Un missionario davvero geniale

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Ricordo di padre Lorenzo Fontana

Alcuni di voi hanno incontrato e conosciuto di persona i missionari che hanno trascorso un periodo della loro vita a Genova Pegli. In occasione del mese dedicato ai defunti, desidero ricordarne uno, che ha soggiornato e lavorato per 15 anni in questa nostra comunità: padre Lorenzo Fontana. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo bene.

Abbiamo passato tre anni insieme a Nizza Monferrato. Io ero una vocazione adulta, avendo deciso di diventare missionario quando già avevo una certa età (all'epoca, molti entravano in seminario da ragazzi). Padre Fontana era nostro rettore e formatore.

Missionario intelligente e praticone

Padre Lorenzo è nato a Verruca Savoia (Torino), il 3 ottobre del 1901 ed è morto a Parma nel 1990 alla soglia dei novant'anni. Ancora ragazzo di 13 anni era entrato nell'istituto saveriano, dimostrando subito un'intelligenza pratica fuori dal comune. Ma aveva anche una sensibilità musicale spiccata.

Queste doti lo hanno accompagnato e caratterizzato nel periodo della formazione, nella missione in Cina e negli anni in cui fu formatore per due generazioni di studenti missionari. Nelle sue conferenze e meditazioni a noi allievi ricordava che l'autentico apostolo non è solo chi si distingue nello studio, ma anche chi ha una intelligenza pratica e sa arrangiarsi in qualsiasi situazione.

Ecco perché, oltre allo studio e all'impegno spirituale, padre Lorenzo ci incoraggiava ad apprendere la musica, a suonare l'organo o uno strumento nella banda musicale, a pitturare le stanze e dipingere quadri, ad essere attori di teatro e a dirigere il coro.

Lui stesso ci insegnava tanti lavori pratici: elettricità, meccanica, falegnameria, idraulica ... Tutti insegnamenti che ci sono stati molto validi e utili durante i nostri anni di lavoro apostolico in terra di missione.

Il ricordo di un suo coetaneo

Padre Innocenzo Ambrico, suo coetaneo, di lui scrive: "Già durane il noviziato, aveva iniziato lo studio del pianoforte. Nonostante Fontana fosse stato uno degli ultimi a cominciare, in poche lezioni superò tutti e cominciò a suonare l'armonium in chiesa. Più tardi, si mise a studiare il violino e se non diventò un artista, fu solo perché si accontentò di saper suonare il necessario".

Continua p. Ambrico: "Impiantammo anche un gabinetto fotografico. Lo studente Fontana divenne un buon fotografo e fu fatto fotografo ufficiale. E quando Fondata era in teologia, p. Bonardi comprò anche una piccola cineprese. Portava 25 metri di pellicola e Fontana cominciò a filmare scenette durante le ricreazioni e le feste. In seguito nacque il film, Il Nido degli Aquilotti, con la storia di una vocazione missionaria.

Sempre p. Ambrico conclude la sua testimonianza dicendo che "bisogna essere riconoscenti a p. Fontana se, provvidenzialmente, esiste qualche breve sequenza su mons. Conforti, ripreso in una delle sue visite all'Istituto".

La madre non lo salutò: La sua stanza sempre pronta

Padre Fontana fece i voti religiosi a Parma il 17 novembre 1921 e fu ordinato sacerdote il 5 ottobre 1924. Poco più di un mese dopo, il 16 novembre, mons. Conforti impose solennemente il crocefisso a lui ed ai padri Vanzin, Lampis e De Martino. Sette giorni più tardi i quattro confratelli partivano da Venezia per la Cina.

La nave sbarcò gli zelanti missionari a Shanghai il 15 gennaio 1925, ed essi arrivarono a Cheng-chow il 23 successivo. Padre Fontana raccontava a noi studenti, alcune volte con le lacrime agli occhi, che sua mamma, non approvandone la partenza per la Cina, non lo benedisse né salutò. Però, una volta partito, lo attese pazientemente per 26 anni, tenendogli sempre pronta la stanza da letto.

Missionario in Cina

P. Lorenzo rimase in Cina per 26 anni ininterrotti. Solo una gravissima ulcera perforata lo strappò da quella terra che egli amò come la sua seconda patria. Durante la permanenza in Cina, padre Fontana ricoprì molti incarichi e svolse molti ruoli: rettore del seminario, direttore del distretto ecclesiale di Shan-chow, incaricato della catechesi, parroco di comunità, costruttore di chiese e di ospedali.

Tutti incarichi che, secondo i confratelli, egli svolse con grande capacità e sapienza. Tra le tante prove sofferte da p. Lorenzo nel lungo periodo trascorso in Cina, non si possono tacere i tre anni passati nel campo di concentramento da dove uscì nel '45 per continuare il suo lavoro apostolico in seminano.

Casa saveriana di Pegli

Rientrato in Italia per malattia, p. Fontana si curò e si rimise in salute. Il superiore gli affidò il compito di formare gli studenti saveriani. Si dedicò a loro completamente, con entusiasmo. Poi venne nella casa di Genova-Pegli, dove rimase per più di quindici anni. Concludo questo ricordo con la testimonianza di p. Calvi: "Ci trovammo insieme quando fui destinato a Pegli. Per sei anni abbiamo vissuto gomito a gomito nella stessa comunità.

In casa lui era l'anima di ogni lavoro. Per qualsiasi necessità materiale, si ricorreva a p. Fontana e lui, con calma, guardava il da farsi, ci pensava su e per tutto trovava una soluzione e un rimedio. Era sempre geniale. Con tutti e con la comunità ha sempre avuto rapporti di grande comprensione e amabilità".



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