P. De Vidi e l’eredità del bene
Padre Arnaldo De Vidi ha percorso con “CEM Mondialità” dieci anni di strada (1996-2006), mostrando affetto per le persone e dedizione nelle attività. Tre anni fa, ci raccontava così la sua vita in missione. “Ad Abaetetuba, ho celebrato i miei 77 anni. Nell’occasione i miei parrocchiani mi hanno canonizzato e proclamato super-attivo, anche se sono un non-attivo, come tutti i sedicenti poeti.
Dopo l’Eucarestia abbiamo festeggiato con la pazzia di tre ore e mezza di canti, recite, assaggini, teatro e danze. In Italia, avevo celebrato 50 anni di ordinazione presbiterale (2017), a Parma e a Biancade (TV). I giovani di Biancade hanno potuto conoscermi come un trevigiano migrante-missionario, che insegue il sogno del Regno di Dio per l’Amazzonia e per tutta la famiglia umana. Mi chiedono dove sono e cosa faccio. Ho risposto che continuo a vivere sul delta del Rio delle Amazzoni.
Abaetetuba è una città luminosa e ospitale. Eppure, fino a qualche anno fa, era normale che di sera ci fosse un blackout per… lo scarico della droga. Durante la stagione delle piogge, non passa giorno senza un bell’acquazzone; durante la stagione secca, non passa ora senza qualche processione. Qui la mia missione è fare il buon samaritano, cioè raccogliere i caduti, gli esclusi. Cristo mi ha insegnato che devo farmi prossimo di tutti. Su di me sventolano con nostalgia i fazzoletti di tutti gli addii.
Allora, cerco di rendere eterno ogni istante. Penso all’universo, se è limitato o infinito; penso al tempo, se è finito o eterno; penso al mistero, mi interrogo sull’esistenza di Dio. E mi rimane solo Cristo come certezza. Con lui ho stretto un patto quando mi è venuto incontro in Messico nella chiesa di Santiago, a Tlatelolko. E lo sento vicino; Lui mi basta!”.
Per Natale gli abbiamo inviato gli auguri e lui ha ricambiato con una lettera che si concludeva con questa poesia. “Aspettavo Dio. Il cuore mi assicurava che Lui sarebbe venuto ospite da me. Io l’immaginavo: sarà... un Angelo di luce, un Re munifico, un Saggio canuto... Si invecchia! E l’aspettavo un mattino fiorito di primavera, un mezzogiorno solare d’estate, un pomeriggio pingue d’autunno... Una notte di rigido inverno, in braccio a una migrante, piccolissimo, Lui è venuto”.
Padre Arnaldo non si è mai stancato di fare il bene e lascia ora a noi di fare altrettanto.