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Focus Africa. Il Presidente uscente della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara, è stato riconfermato nelle elezioni del 31 ottobre, con un un’affluenza di poco superiore al 50%. Il voto è stato segnato in alcune zone da violente proteste.
- In Congo RD sono passati 10 anni dalla presentazione del Rapporto Mapping delle Nazioni Unite, che ha documentato le violazioni dei diritti umani commesse tra il 1993 e il 2003 (617 episodi documentati). In 581 pagine si evidenziano fatti, persone, luoghi dove sono avvenuti massacri e violenze. Il Rapporto presenta 200 nomi di personalità di spicco coinvolte in crimini che “presentano schiaccianti elementi […] di genocidio”, di cui però non rivela l’identità. In occasione del 10° anniversario dalla pubblicazione del rapporto, sono state organizzate diverse manifestazioni in tutto il Paese per chiedere procedimenti legali contro gli autori dei crimini menzionati e misure concrete di risarcimento per le vittime. Nel frattempo, però, le violenze continuano.
- Nelle regioni anglofone del Camerun “dal punto di vista dei negoziati ufficiali, non ci sono stati progressi, ma la situazione sembra migliore e tra la popolazione si respira un’atmosfera di maggiore tranquillità e pace”, ha detto mons. Fuanya, arcivescovo di Bamenda. Il confitto dal 2017 ha fatto finora oltre 3.000 morti e provocato la fuga di centinaia di migliaia di profughi.
p.6 Succès Masra Ciad- In Ciad sta crescendo il numero dei ciadiani scontenti di Idriss Déby, al potere da trent’anni. Si chiede un’alternanza al potere e una nuova leadership. Succès Masra, giovane economista laureato alla Sorbona, si candida a guidare il cambiamento a capo del partito Les Transformateurs (I Trasformatori). “Déby con tutta probabilità si ricandiderà per il sesto mandato consecutivo. Un’anomalia pazzesca! È necessario un equilibrio dei poteri, che in Ciad è stato rotto. Ora, vige una monarchia assoluta!”.

Cile: nuova Costituzione. Dopo il risultato del Plebiscito Nazionale di domenica 25 ottobre, nel quale ha vinto la proposta di modificare la Costituzione, i vescovi cileni esortano a continuare il percorso di dialogo in vista delle elezioni, nell'aprile 2021, dei delegati che dovranno elaborare la proposta di una nuova Costituzione. La “Convenzione Costituente” avrà un numero uguale tra donne e uomini. Successivamente, gli eletti avranno nove mesi per presentare la proposta costituzionale. Infine, un nuovo Plebiscito approverà o respingerà la proposta.

Tajikistan: 30 anni al potere! In seguito alle elezioni presidenziali tagike dello scorso 11 ottobre, il presidente Emomali Rahmon ha vinto per la sesta volta con più del 90% dei consensi. Il potere nel paese dell’Asia centrale è detenuto nelle stesse mani da 28 anni. Davide Cancarini, ricercatore per la rivista internazionale “Limes”, evidenzia: “Ad oggi, il Tajikistan, insieme al Turkmenistan, è il paese più autoritario dell’Asia centrale: per questo nessuno penserebbe di scendere in piazza a manifestare contro il governo, come accaduto nel vicino Kirghizistan”. L'aggravarsi della repressione dei diritti civili e politici da parte del governo configura un degrado continuo del rispetto dei diritti umani.

p.6 armi nucleariArmi nucleari: STOP! Il Trattato di proibizione delle armi nucleari è realtà. Con la ratifica dell’Honduras, si sono raggiunte le cinquanta adesioni necessarie per far sì che il documento entri in vigore. Ciò accadrà il 22 gennaio 2021. Nei Paesi firmatari sarà illegale l’uso, lo sviluppo, i test, la produzione, la fabbricazione, l’acquisizione, il possesso, l’immagazzinamento, il trasferimento, la ricezione, la minaccia di utilizzo, lo stazionamento, l’installazione o il dispiegamento di armi nucleari. Purtroppo, tutte le potenze nucleari (Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord) sono contrarie. Il lavoro, quindi, è ancora tanto. L’Italia, purtroppo, per scelta è fuori da questo percorso di disarmo nucleare, soprattutto per le pressioni di Nato e Stati Uniti. Nella penisola sono presenti circa cinquanta testate nucleari statunitensi, nelle basi di Ghedi e Aviano. Secondo un sondaggio del 2019, il 70% dei cittadini italiani si è detto favorevole all’adesione al Trattato.

Tornate a Mosul… “Mosul non è una città completa senza i cristiani”, a dirlo è Mohammed Essam, uno dei volontari iracheni che si sta impegnando nel ripristino degli edifici storici cittadini, anche di quelli cristiani. È il tentativo di andare oltre ai drammatici anni dello Stato islamico (l’Isis). Intanto, il Patriarca caldeo Sako ha chiesto al presidente Salih che Natale diventi giorno festivo per tutti gli iracheni. Il presidente ha ribadito il suo impegno per favorire in tutti i modi il ritorno dei cristiani sfollati nei loro territori di provenienza, a cominciare da Mosul e Piana di Ninive. Ha sottolineato anche l’urgenza di porre fine alle discriminazioni che di fatto ostacolano la piena e libera partecipazione dei cristiani iracheni alla vita politica, sociale e culturale del Paese.

L’iniziativa: Covid-19: nessuno si salva da solo

p.6 MSF vaccini 1La partita contro il Covid-19 è ancora tutta da giocare. Sembra possano arrivare i vaccini, ma serve che sia per tutti. Medici senza frontiere (MSF) chiede che le modalità di distribuzione e di accesso siano chiaramente definite in modo da garantire equità e inclusione di tutti i Paesi. Sarebbe auspicabile una condivisione trasparente dei saperi, degli accordi sui contributi pubblici ricevuti dall’industria farmaceutica, cui non deve essere lasciata libera iniziativa nella definizione del prezzo e della distribuzione. Monopoli e prezzi elevati hanno un impatto drammatico sulla salute delle persone. Le terapie antiretrovirali, ad esempio, sono sbarcate in Africa soltanto 10 anni dopo i Paesi occidentali. Non può accadere di nuovo. Per questo MSF, chiede di firmare la petizione a questo link https://www.medicisenzafrontiere.it/landing/covid19-richieste-accesso-farmaci/

La voce della società: Sull’immigrazione serve organicità

Cosa cambierà con la modifica dei Decreti sicurezza approvata dal Consiglio dei ministri il 5 ottobre? È ancora Franco Valenti a darci qualche spiegazione.

Si rileva il sostanziale ripristino della “protezione umanitaria o sociale”, la cui cancellazione ha prodotto l’incremento del numero dei diseredati, facilmente sottoposti ai ricatti del malaffare. D’ora in poi, diverse tipologie di soggiorno, fortemente caratterizzate da limiti temporali, potranno trasformarsi in permessi collegati alla regolarità di lavoro (protezione speciale, acquisizione di cittadinanza, residenza elettiva, motivi religiosi, motivi sportivi, lavoro artistico, assistenza dei figli minori…).
Altra innovazione è data dall’opportunità di trasformare in permesso di lavoro ciò che era concesso solo per vicinanza ai figli minori: questo consentirà finalmente l’esercizio della piena genitorialità a padri e madri sinora impossibilitati a lavorare. Il nuovo decreto ribadisce in più punti il diritto al rispetto della vita privata e familiare.
Non mancano le zone d’ombra, specie negli articoli dedicati alla protezione internazionale. Solo nove giorni per decidere della sorte di una persona e perciò della sua famiglia! Nella direzione della dignità si pone il dimezzamento del numero di giorni di fermo delle persone di cui lo Stato italiano stabilisce l’allontanamento dal territorio. Positiva è pure l’introduzione della figura di un garante a cui possano ricorrere le persone trattenute nei Centri di espulsione. Molti migranti sono indebitamente trattenuti, senza aver commesso alcun reato, semplicemente perché ritenuti non necessitanti protezione internazionale.
Viene abbandonata la logica punitiva nei confronti delle Ong attive in mare. Le procedure in materia di asilo prevedono ora la prestazione di un primo periodo di assistenza nei Centri allestiti dal governo, ossia negli attuali hotspot. Mentre l’accoglienza dovrà essere garantita da strutture del Sai, un Sistema di Accoglienza e Integrazione in capo agli enti locali.
Se il nuovo decreto rappresenta un passo avanti, non posso che ribadire l’esigenza ormai improcrastinabile di una completa riorganizzazione della normativa inerente all’immigrazione e all’asilo in Italia. Il Testo Unico Immigrazione in 22 anni ha subìto solo pezze e rattoppi. Franco Valenti

Una storia speciale: Padre Maccalli dal Papa

p.6 Maccalli Gigi papa Francesco“È stato un momento di grandi emozioni; non avrei mai pensato di potergli stringere la mano”, ha detto p. Gigi Maccalli subito dopo aver incontrato Papa Francesco. Il missionario della Società per le Missioni Africane, liberato l’8 ottobre dopo due anni di prigionia tra le mani degli jiadisti in Niger e Mali. “È stato molto attento e partecipe nell’ascoltare quanto gli raccontavo e che mi ha portato in questo lungo viaggio. Gli ho espresso le difficoltà che ho incontrato e soprattutto lo stato d’animo nel pensare a quanti avevo lasciato. In particolare, gli ho chiesto di portare nella preghiera la comunità di Bomoanga e tutta la chiesa del Niger. Lui stesso ha sottolineato quanto sia importante oggi testimoniare la fraternità. La preghiera corale, comune della chiesa tutta, mi ha sostenuto e, in tutta risposta, il Papa mi ha detto ‘anche tu hai sostenuto la Chiesa’. Io sono tornato a casa, altri ostaggi non ancora. Ho invitato il Papa a pregare anche per loro”.



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