Mozambico: Terra di desolazione e di fede
I Saveriani sono presenti da tre anni
La prima Messa in Mozambico fu celebrata 500 anni fa da un padre Francescano che, con una nave portoghese, stava viaggiando verso l’India. Nacque così la prima comunità cristiana. Risalendo il fiume Zambesi i colonizzatori impiantarono a Sena il centro per il loro commercio. In seguito i Gesuiti vi costruirono una grande scuola dando inizio alla loro attività missionaria. Un centro fu Chemba, la cittadina dove, tre anni fa, giunsero i primi Saveriani. Una storia che viene da lontano.
Si narra che secoli fa il p. Gonçalo Da Silveira si presentò all’imperatore per chiedere libero accesso nel territorio. Pensando a quanto i portoghesi erano soliti chiedere, il Monomotapa offrì oro, donne e farina di miglio. Ma il missionario si mostrava insoddisfatto.
Sorpreso da quella indifferenza, il monarca domandò: "Che cosa vuoi ancora?".
– La tua anima – disse il padre.
Il Monomotapa accettò la proposta, si fece battezzare e con lui tutta la corte. La Chiesa visse un periodo di grande prosperità e Sena diventò la prima sede vescovile. Ma in seguito il Portogallo cambiò politica: i missionari furono espulsi e lungo il fiume Zambesi, che aveva visto il fiorire di numerose comunità, prosperò il triste commercio degli schiavi.
Le Missioni dovettero attendere gli inizi del ‘900 per poter riprendere le loro attività, tra alti e bassi.
Ma le comunità cristiane erano rimaste fedeli. Ottenuta l’indipendenza nel 1975, iniziò in Mozambico la guerra civile, durata 20 anni. I missionari furono costretti a lasciare il Paese, mentre migliaia di profughi trovavano rifugio nel vicino Malawi. Tutto faceva pensare ad una nuova fine.
La gente ha sofferto, ma non ha mai smesso di sperare nel ritorno dei missionari: sapeva che un giorno o l’altro sarebbero tornati.
Senza preti, senza chiese, senza testi religiosi, la fede è rimasta, anzi si è rafforzata nella croce e nel martirio. Oggi la Chiesa del Mozambico ha il volto del popolo di Dio in cammino: il missionario non è il factotum; molte attività e ministeri sono portati avanti dai laici; è la forza della Parola che va costruendo la Chiesa di Dio.
Nel 1542, recandosi in India, s. Francesco Saverio si fermò 6 mesi in Mozambico. Una delle sue attività fu assistere gli ammalati nell’ospedale di Nampula. Il servizio dell’evangelizzazione non può essere separato dal servizio della carità.
Una "lezione" che ancora oggi accompagna missionari e laici nella loro attività apostolica. Il Mozambico è una delle nazioni più povere del pianeta. Le recenti inondazioni hanno distrutto i raccolti e spazzato ogni cosa.
Noi siamo qui anche per condividere la sofferenza del nostro popolo: condividendo, aiutando, proclamando la speranza che viene dalla croce e dalla resurrezione di Cristo.
Un giorno anche qui ci sarà un mondo di fratelli.