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Missioni Notizie: Pakistan, Fondazione Missio, Nepal

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Martiri della fede

L'omicidio di Shahbaz Bhatti. Il ministro per le minoranze religiose del Pakistan, il cattolico Shahbaz Bhatti, è stato ucciso il 2 marzo da un commando armato in un attentato a Islamabad. Bhatti, 35 anni, era stato appena confermato nell'incarico, nonostante le pressioni dei gruppi fondamentalisti islamici. Negli ultimi mesi era stato minacciato di morte per aver chiesto di modificare la legge sulla blasfemia e per essersi battuto per la grazia ad Asia Bibi, la donna cattolica accusata di blasfemia. Le indagini per catturare i responsabili sono in alto mare.

In Nigeria, un religioso musulmano Abdullahi Bolori è stato ucciso per i suoi sermoni di condanna delle violenze commesse da una setta islamica radicale.

• Le reazioni /1. Per i vescovi del Pakistan si tratta di un tragico esempio dell'insostenibile clima di intolleranza che si vive nel Paese. Padre Mc Culloch si chiede "quanti altri morti ci saranno prima che le autorità e i musulmani moderati prendano posizione contro l'uso perverso della religione", individuando nei programmi scolastici la causa maggiore dell'estremismo.

"Era un uomo che ha fatto la volontà di Dio con fede", ha detto l'arcivescovo di Islamabad alla Messa di suffragio. Mons. Rufin ha parlato del ministro ricordandone la nascita a Kushphur, villaggio cattolico fondato dai domenicani in cui la convivenza con i musulmani (che lì sono in minoranza) è in perfetta armonia: "Bhatti ha portato quell'esempio con sé, come modello in tutta la sua esperienza di impegno sociale e politico".

• Le reazioni /2. I cristiani in Pakistan sono pronti a raccogliere l'eredità di Bhatti, continuando a promuovere il dialogo come strumento per conoscere e apprezzare l'altro, a costruire la pace, a battersi per la libertà di religione, di parola e di coscienza. Valeria Martano, della comunità di Sant'Egidio, racconta: "Bhatti era molto gioioso e pieno di speranza per il futuro. Non temeva la morte, ma se l'aspettava".

Il cardinale Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ha detto: "Ringraziamo Dio per questo autentico testimone della fede cristiana, che ha saputo ‘dire' e ‘fare'. Shahbaz Bhatti ci ricorda che nella croce si trova l'autentica speranza".

Novità e iniziative

• "Fondazione Missio" on line. Una nuova veste grafica associata a una linea editoriale innovativa sono le principali caratteristiche del nuovo sito internet della "Fondazione Missio", organismo pastorale della Cei. Il nuovo sito offre una serie di opzioni e una maggiore accessibilità alle informazioni, per sostenere e promuovere la dimensione missionaria nel nostro Paese. Per scoprire le novità vai su http://www.missioitalia.it/

• Nepal: due giorni di preghiera. Leader buddhisti da tutto il mondo, ma anche molti cristiani e hindu, si sono riuniti a Kathmandu il 24 e 25 febbraio per pregare e chiedere la pace e più libertà religiosa per le minoranze. Kenseng Lama, organizzatore dell'iniziativa, ha spiegato: "Abbiamo organizzato questo incontro di preghiera per fermare la crescita dei conflitti e la repressione delle minoranze religiose nel mondo". Binod Thapa, cristiano protestante, aggiunge: "Le autorità nepalesi hanno messo i diritti delle minoranze e la laicità tra i principi fondanti della nuova costituzione, ma di fatto non vi è ancora nessuna disposizione che garantisca i diritti alle fedi diverse dall'hinduismo".

Una storia speciale

• Fra' Priuli: medico missionario. In una vasta regione che copre Benin, Togo e arriva fino alla Nigeria tutti conoscono "frère Forent", al secolo fra' Fiorenzo Priuli, medico missionario dei Fatebenefratelli, e l'ospedale Saint Jean de Dieu di Tanguieta. Qui, fra' Priuli, bresciano di 64 anni, ha realizzato i suoi sogni: essere missionario e medico, una vocazione nella vocazione. Lui, i suoi confratelli, il personale e i tanti amici medici sono un segno di speranza in una terra dove curarsi è un privilegio.

Fra' Fiorenzo non sta fermo un momento e racconta: "Negli anni settanta l'ospedale appena aperto aveva ottanta posti; oggi ce ne sono 270 ma i pazienti possono arrivare a 400! Non esisteva la pediatria perché nella cultura della gente se un bambino non è abbastanza forte per sopravvivere doveva morire. Oggi la mentalità è cambiata, grazie anche al grande lavoro di sensibilizzazione".

All'ospedale cattolico di Tanguieta si curano in prevalenza pazienti musulmani e si fanno studi approfonditi sull'utilità delle erbe locali, per affiancare la fitoterapia alla medicina tradizionale. Così, si favorisce un approccio alla malattia il più vicino possibile alla sensibilità della gente del luogo.



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