Missioni Notizie: Amicizia e azione - Chiesa italiana, chiese missionarie
AMICIZIA E AZIONE
Ciliegi d'amicizia. I giapponesi lo chiamano sakura. É il ciliegio, la pianta simbolo dell’identità e cultura del popolo nipponico. Anche nei giardini vaticani si potrà ammirare un angolo di sakura. Venti ciliegi, donati a Giovanni Paolo II dalla città di Higashikagawa, sono stati piantati lungo un viale dei giardini. Il cardinale Sepe ha incoraggiato l'iniziativa: è un modo per rinsaldare l’amicizia. Il ciliegio, con la sua breve ma intensa fioritura, segna il declinare dell’inverno e il lento risvegliarsi della natura; con la sua esplosione di petali illumina gli occhi e scuote il cuore dal letargo.
Abbé Pierre: 50 anni di un appello. “Passate all’azione, perché la nostra inerzia non diventi un crimine contro la nostra umanità!”. Era il primo febbraio 1954, quando il sacerdote Pierre, allora quarantenne, lanciò lo storico appello in concomitanza con l’apertura delle prime Comunità Emmaus. Le comunità sono luoghi di incontro e di cooperazione tra persone "privilegiate" e persone "svantaggiate". Insieme, attraverso il lavoro di recupero di materiale usato, finanziano progetti di solidarietà locale e internazionale. Il fondatore di quest’esperienza, ormai novant’enne, ancora una volta ha esortato la società a non dimenticare i diseredati.
Un nuovo martirio: la derisione. Il teologo ortodosso francese, Olivier Clément, lancia un allarme. Il XXI secolo potrebbe portare una nuova forma di persecuzione dei cristiani: la derisione. Lo studioso nota che qualcosa si va delineando proprio in questa direzione: c’è un ritorno di anti-cristianesimo, ben diversa dalla sempliceindifferenza. “Davanti al rinnovamento del cristianesimo, l’indifferenza si rafforza e diventa derisione. Nello stesso tempo, cresce la diffusione delle religioni orientali”.
CHIESA ITALIANA E CHIESE MISSIONARIE
Argentina. A pochi chilometri da Buenos Aires si è svolto il primo congresso dei missionari italiani presenti in Argentina. Vi hanno partecipato duecento persone, rappresentanti di circa un migliaio di missionari italiani, religiose, religiosi e sacerdoti “fidei donum”, laiche e laici appartenenti a vari movimenti e comunità ecclesiali.
Molti sono in missione da 20, 30, 40 anni, sparsi su tutto il territorio, dalla Terra del Fuoco (estremo sud) a La Quiaca (estremo nord). Lavorano tra le popolazioni indigene, nelle zone rurali, nelle periferie delle grandi città e stanno dando il massimo contributo al rinnovamento della chiesa nel Paese. L'incontro è stato sollecitato da mons. Giuseppe Andreozzi, direttore dell’ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le chiese e delle pontificie opere missionarie.
Senegal. Un incontro simile si è svolto anche in Senegal alla fine di gennaio. Qui l'incontro ha coinvolto non solo i missionari italiani che lavorano nel Paese, ma anche i vescovi locali. Mons. Andreozzi ha presentato il cammino e le scelte pastorali della chiesa in Italia, mentre un vescovo locale ha descritto la situazione ecclesiale in Senegal. "Tra le diverse motivazioni dell’incontro c’è il desiderio di conoscersi reciprocamente, di essere informati sul servizio svolto e di valutare i cammini di evangelizzazione", ha detto mons. Andreozzi.
Kenya. In febbraio un altro incontro tra la chiesa italiana e la chiesa keniota si è svolto a Nairobi, con la presenza dei missionari italiani. Attraverso questi incontri la chiesa italiana desidera conoscere meglio le esperienze della missione alle genti nelle varie parti del mondo, per stimolare la cooperazione tra le chiese e verificare la propria attività missionaria.