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Missioni notizie: Russia cristiana, segni di vicinanza - Vescovi di frontiera

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RUSSIA CRISTIANA: SEGNI DI VICINANZA

La prima volta Il patriarca Alessio II ha ammesso, per la prima volta nella storia recente, la debolezza della chiesa ortodossa, di cui è guida spirituale. In un comunicato senza precedenti, il patriarca ha ammesso:

“L’intera chiesa russa porta il peso della responsabilità per quanto accaduto alla nostra amata nazione e al nostro popolo che non possedeva un’immunità sufficientemente forte contro le pericolose false dottrine dei senza Dio. La chiesa è chiamata ad abbracciare la libertà dal momento che Cristo ci ha resi liberi. Anche nelle circostanze più difficili, la chiesa non ha il diritto di rinunciare al suo giudizio spirituale sugli avvenimenti che accadono intorno a lei, perché le conseguenze di questo ritiro potrebbero essere disastrose per l’intera nazione. Durante gli anni del comunismo membri e pastori della chiesa sono stati condizionati da circostanze che non fanno parte della chiesa e, talvolta, da pressioni esplicite di forze esterne alla chiesa”.

Una pagina nuova. Nella seconda metà di febbraio, il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, nel suo viaggio pastorale, ha incontrato varie comunità e autorità della chiesa ortodossa, con la speranza di aprire una pagina d’amicizia. In tutti i suoi appuntamenti a Mosca con i rappresentanti del mondo ortodosso, e in particolare con il patriarca Alessio II, il cardinale ha escluso che la chiesa cattolica possa condurre una politica di proselitismo nei confronti dei fedeli ortodossi.

Speriamo che il messaggio di grande rilievo del patriarca Alessio II e la precisazione del cardinale Kasher vengano bene accolti dalle comunità ortodosse della Russia e portino ad una maggiore reciproca vicinanza.

VESCOVI DI FRONTIERA

La chiesa nel Golfo Arabico. Il cardinale Crescenzio Sepe ha recentemente conferito l’ordinazione episcopale a mons. Paul Hinder, nominato dal Papa vescovo ausiliare del vicariato apostolico di Arabia. Il rito si è svolto nella chiesa cattedrale di Abu Dhabi alla presenza di 8.000 cattolici. Nell’omelia il cardinale Sepe ha detto: “Il nuovo vescovo si lascerà ispirare dall'immagine del Buon Pastore, cercando di aderire al modello ineguagliabile di Gesù Cristo”. Mons. Hinder, svizzero di origine, ha 61 anni.

Il vicariato apostolico di Arabia, affidato ai frati minori cappuccini dal 1889, è la più estesa circoscrizione ecclesiastica del mondo. Abbraccia sei nazioni: Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Oman, Qatar e Yemen. Gli abitanti dell'area sono 42.250.000, mentre i cattolici sono meno di un milione e mezzo, la maggior parte immigrati. Vi lavorano 40 sacerdoti (24 cappuccini, 5 salesiani, 2 carmelitani, 9 del clero diocesano) e 68 religiose, in 20 parrocchie. Gli alunni dei 6 grandi complessi scolastici di Bharain ed Emirati Arabi Uniti sono 12.000, di cui 60% musulmani, 36% cristiani, 4% indù.

Il secondo vicariato apostolico del Golgo è il Kuwait. In tutte le 7 nazioni del Golgo arabico è in vigore la Shari’a (legge islamica); in Arabia Saudita questa è applicata perfino sui cristiani. Essendo l'islam dichiaratamente religione di Stato, è bandita ogni attività di annuncio, anche se vengono silenziosamente ammesse altre presenze religiose e se ne consentono le attività di culto.

Il nunzio del Burundi. Mons. Paul Richard Gallagher è il nuovo nunzio apostolico in Burundi. L’ha nominato il Papa a tre settimane dall’assassinio di mons. Courtney, avvenuto il 29 dicembre scorso. Gallagher ha già lavorato in Tanzania, in Uruguay, nelle Filippine e in segreteria di Stato. Il 13 marzo il cardinale Angelo Sodano, consacrandolo vescovo, lo ha incoraggiato con queste parole: "Caro monsignore, parti sereno verso il Burundi, che tanto si attende da te. Possa tu essere un portatore di speranza per quelle popolazioni".



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