Missione e preghiera: Lo sguardo verso il cielo
In piena estate, la chiesa celebra la più grande e antica festa mariana: l'Assunzione o "Dormizione" - come dicono i cristiani d'Oriente - della beata vergine Maria. Una festa che ci invita a guardare in alto: "Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle" (Ap 12,1).
Un segno inconfondibile
Come la chiesa nascente mosse i primi passi sotto la materna guida e tutela di Maria (cf. At 2,14; Gv 19,26-27), così anche oggi, in questo tempo di nuova evangelizzazione, la chiesa ha particolarmente bisogno di affidarsi alla vergine Madre.
Ad opera del mistero di iniquità - sempre presente nel mondo - una grande foschia tenta di ostacolare ai credenti la visibilità della strada da percorrere, ma questa dolcissima luce si apre costantemente un varco e brilla come segno inconfondibile tra molti falsi bagliori che potrebbero farci disorientare.
Qual è il segreto del sicuro cammino che Maria ci insegna? Quello della preghiera, da cui scaturisce la forza di mettere in atto ogni virtù cristiana. Chi prega, infatti, si unisce intimamente al Signore, conosce i "pensieri di pace del suo cuore" (cf. Ger 29,11), aderisce con amore al suo volere, si conforma a lui nella bontà misericordiosa verso ogni creatura, sperimenta la santa gioia insita nel sacrificio, nel generoso impegno di fare della propria vita un servizio a tempo pieno per gli altri.
Stare alla presenza di Dio
Il segreto che Maria ci insegna è dunque quello di aprirci totalmente a Dio, alle sue chiamate - sia quelle quotidiane, sia quelle esistenziali, definitive, vocazionali - senza timore di perderci, ma anzi, conoscendo la gioia della vera libertà.
Chi prega scopre l'altra dimensione del mondo, quella interiore spirituale, e supera la soglia dell'ansia che nasce dall'incapacità di decisione. La preghiera, infatti, è l'attività dello Spirito Santo in noi. Per pregare bisogna semplicemente togliere gli ostacoli delle nostre resistenze, dei nostri progetti; bisogna stare alla presenza di Dio, rimanere nel suo amore, finché il nostro cuore diventa tutto un grido: "Abbà, Padre!".
È grido di riconoscenza e di gioia, di lode e di supplica. È il grido di Gesù sulla croce - il grido che dà voce a tutti i "crocifissi della storia" - da cui è scaturito poi quel grido del Risorto: "Alleluja! Pace a voi! Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli!" (cf. Gv 20,21; Mt 28,20).