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Migranti, il Rapporto del Centro Astalli

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È stato presentato il Rapporto annuale 2018 del Centro Astalli, il servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia. L’obiettivo è valutare le condizioni delle migliaia di richiedenti asilo e rifugiati che si trovano attualmente nel nostro paese. Lo fa monitorando i percorsi che conducono a ottenere il riconoscimento della protezione e ad accedere ai programmi di integrazione. Nel 2017 il Centro è venuto incontro alle richieste di circa 30mila persone. L’anno scorso sono stati oltre 65 milioni i richiedenti asilo e i rifugiati nel mondo. Rispetto al 2016 il trend è rallentato. Questa tendenza non è però sinonimo di uno sviluppo delle politiche per gestire i flussi migratori. Lo dimostrano gli accordi stretti dall’UE con Turchia prima e Libia poi, che non hanno migliorato le condizioni di centinaia di migliaia di persone in fuga da guerre e violenze. Quello che viene salutato come un successo è una grande sconfitta dell’Italia e dell’Europa intera. In Italia, per gestire gli arrivi, i Centri di accoglienza straordinaria (CAS) restano la soluzione prevalente, mentre la rete SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) copre poco meno del 15% dei circa 205mila posti disponibili. A ciò si aggiunge la moltiplicazione dei casi di revoca dell’accoglienza, che spinge verso situazioni di marginalità decine di migliaia di persone. Far sì che dalla prima accoglienza siano accompagnate a raggiungere una piena autonomia, è uno dei principali obiettivi che non solo il Centro Astalli, ma tutto il paese, deve porsi. Sono tre le azioni fondamentali: salvare vite umane; trasformare le politiche; eliminare le cause delle migrazioni forzate.

Rocco Bellantone



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