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Le belle veglie per i martiri

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Alla veglia di preghiera del 24 marzo scorso per i missionari e i tantissimi cristiani uccisi a causa del vangelo nell’ultimo anno, hanno partecipato attivamente anche i saveriani di Zelarino.

Testimonianze e preghiere

A Villa del Bosco nel vicariato di Pontelongo, ha presieduto p. Sergio Cambiganu. Le preghiere e le testimonianze, ben preparate dagli animatori della zona, e le parole di p. Sergio hanno profondamente coinvolto la comunità cristiana nella chiesa del piccolo centro rurale.

A Monselice è andato p. Giuseppe. Si è trattato di una veglia Eucaristica di tre ore, dalle 21 a mezzanotte, con le persone che si sono alternate durante la veglia, anche questa preparata da vari animatori del vicariato. Una preghiera fervente è salita a Gesù perché il sangue dei martiri ottenga pace e dialogo alle nazioni straziate dalla guerra e dai pregiudizi.

Padre Mario ha partecipato alla veglia dei vicariati di Cittadella e Crespano, nella chiesa di Rossano Veneto, preparata e condotta dai giovani, con segni, testimonianze e preghiere. La veglia è stata presieduta dal parroco di Rossano Veneto, con la numerosa partecipazione dei giovani. Anche i sacerdoti dei due vicariati erano presenti quasi al completo.

Dai cappuccini di Mestre

Io ho partecipato alla veglia a Mestre, per la diocesi di Venezia. Una stola rossa era collocata sull’altare maggiore nella chiesa dei cappuccini di Mestre. Così è iniziata, il 24 marzo scorso, la veglia di preghiera in memoria dei missionari martiri. Le numerose persone presenti hanno seguito con sentita emozione i passi di Gesù e dei martiri di oggi: dal Getsemani e dal Golgota fino al Sepolcro.

L’angoscia di Asia Bibi, sposa cattolica pakistana di 45 anni, madre di cinque figli, falsamente accusata e condannata per blasfemia, in attesa dell’esecuzione di morte per impiccagione, e l’angoscia della sua famiglia, hanno fatto rivivere l’angoscia di Gesù nell’orto degli ulivi. Il suo viaggio verso il Calvario e le altre sofferenze sono emerse nella prigionia e nelle vessazioni di Khiria Al-Kas Isaac, cristiana irachena di 54 anni.

Ventisei bulbi fioriti

Un video, realizzato dai giovani del gruppo missionario della parrocchia di Catene (Marghera), ha presentato anzitutto l’immagine gloriosa del martire mons. Oscar Romero, ucciso 35 anni fa, perché era dalla parte dei poveri e degli emarginati. Sarà dichiarato “beato” nella sua diocesi di San Salvador il 23 maggio.

Sono apparsi poi i volti sorridenti di Lucia Pulici, Olga Raschietti, Bernardetta Boggian, le tre missionarie saveriane che hanno donato tutta la vita all’Africa, barbaramente uccise a Kamenge in Burundi… Chi prenderà il loro posto?

Il video ha presentato gli altri 23 operatori pastorali uccisi nel 2014: una testimonianza per Cristo che viene da tutti i continenti, e da ultimo, i 21 cristiani copti “uccisi solo perché cristiani”, come ha detto papa Francesco.

Sono migliaia le persone che hanno perso la vita negli attentati alle chiese o in altri atti di violenza contro i cristiani.

Quasi in un appello, tutti i 26 operatori uccisi sono stati nominati. Per ognuno di loro è stato portato all’altare un bulbo, fiorito nella settimana santa, ornamento prezioso alla croce o al sepolcro nelle parrocchie da cui sono venuti i partecipanti alla veglia.

Tutti chiamati alla testimonianza

Don Paolo Ferrazzo, che ha presieduto la veglia, ha commentato il terzo passo, il sepolcro vuoto, perché la testimonianza è sorgente di vita e non può essere racchiuso nella tomba. Il ricordo dei missionari e delle altre persone uccise per il vangelo deve diventare uno stimolo di forza anche per noi per essere veri testimoni di Gesù.

Lo hanno espresso molto bene i giovani con la frase scritta in rosso alla fine del loro video, proiettata fino alla fine della veglia:

“Martyria è testimonianza, riguarda ogni battezzato; ogni battezzato che si consideri discepolo del Maestro non può sottrarsi alla testimonianza”.



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