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La preghiera, squisita forma di carità/2

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La settima opera di “misericordia spirituale” recita così: pregare Dio per i vivi e i defunti. Noi non abbiamo l’idea della preghiera come di un’attività; ci sembra un aspetto spirituale e non pratico. Anche pregare è “un’attività, è compiere un’azione” (Atti 12,5). Pregare è una concreta e squisita forma di carità, espressione di amore e interessamento, di vicinanza e partecipazione.

A volte non possiamo far altro che affidare una persona o una situazione alla bontà e misericordia di Dio (Romani 15,30). La liturgia ci educa alla preghiera e ci fa dire durante la celebrazione della Messa: “Ricordati Signore… dei vivi e dei defunti”. Tocca a noi pregare per gli altri e pregare significa amare, avere a cuore una persona e metterla nelle mani di Dio.

Con i nipoti dei nostri defunti

I missionari saveriani hanno celebrato l’ottavario di preghiere per i defunti dall’8 al 15 novembre assieme agli amici, alle delegate saveriane e a quanti lo desideravano nel salone delle riunioni del centro di spiritualità “Guido Maria Conforti” di via Toscana, a Macomer. Ogni giorno i missionari dalle 15,30 alle 18 sono stati disponibili per le confessioni o per parlare con chi desideravano.

Inutile dire che la presenza è stata massiccia e molto partecipata anche a livello di preghiera comunitaria. E cosa dire dei canti? Anche se sembra impossibile, i nostri adolescenti e i giovani con le chitarre hanno accompagnato per tutta la settimana le celebrazioni. È stato un miracolo dei nostri defunti a richiamare attorno a sé i loro nipoti? Me lo sono chiesto tutti i giorni ed era tanta la gioia quando li vedevo arrivare alla spicciolata. Poi, alle 19 erano loro ad iniziare puntuali la Messa con il canto.

Un albero senza foglie

L’orario permetteva anche a chi lavorava di riunirsi insieme per pregare per i tutti i defunti che portiamo nel cuore. La gente veniva anche dai paesi attorno a Macomer e non solo nelle vicinanze: Benetutti, Milis, Uri, Usini, Pozzomaggiore… per nominarne solo alcuni e chiedendo scusa a tutti gli altri che sono venuti anche da più lontano.

Questi otto giorni di preghiera per i defunti sono molto importanti, perché i nostri benefattori e le nostre zelatrici sono in tutti i cimiteri della Sardegna e il nostro cuore vorrebbe andare e recitare un requiem su ogni tomba, ma come si può fare? Certamente quando ci spostiamo ad animare le comunità cristiane nei paesi facciamo sempre una visita anche al cimitero e simbolicamente abbracciamo tutte le zelatrici defunte.

Siamo convinti che senza di loro la congregazione saveriana sarebbe un albero senza foglie. Sempre un albero sì, ma sono le foglie che danno ombra e ristoro al missionario che cammina per il mondo facendo di tutti i popoli e culture una sola famiglia.



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