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La messe è davvero molta!

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Il mese di ottobre ci spalanca il cuore alla missione che la chiesa annuncia e vive in questo contesto globale, sempre più interconnesso. Di fatto, viviamo un cambiamento d’epoca, o meglio, siamo immersi in un’epoca in cambiamento, così veloce che a volte ci lascia storditi, soprattutto nelle relazioni umane.

Nuovi popoli raggiungono le nostre frontiere e gli spazi della nostra vita civile e religiosa, proponendo alla società e alla comunità cristiana un nuovo approccio di fede e un’operazione culturale totalmente nuovi.

La forza del vangelo

Queste sfide pongono la chiesa e la comunità di fronte ad un discernimento che la interroghi su quale sia la sua missione anche in questo tempo che, di fatto, scuote anche il nostro credere! La missione della chiesa, come dice papa Francesco nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale, si fonda sulla forza trasformante del vangelo.

Di fatto, Gesù, mediante l’attività evangelizzatrice della comunità “continua la sua missione di Buon Samaritano, curando le ferite sanguinanti dell’umanità, e di Buon Pastore, cercando senza sosta chi si è smarrito per sentieri contorti e senza meta”.

Al cuore della fede

Vorrei gettare uno sguardo attento alla realtà che ci avvolge. La messe è davvero molta! Le folle, le moltitudini che accompagnavano l’itinerario missionario sono quelle che ora stanno davanti ai nostri occhi e al nostro cuore. La missione si pone al cuore della fede cristiana e genera una visione contemplativa della vita, chiedendo a ciascuno di incarnarsi laddove Dio ci pone. Tutti chiamati a generare vita in pienezza!

L’azione missionaria non è un’opera distante da noi, riservata a soli specialisti. Noi tutti siamo una missione su questa terra ed è per questo motivo che ci troviamo nel mondo (cfr. EG 273). Che bello sentirsi tutti coinvolti nel comune progetto di diffondere e testimoniare il vangelo della vita! Che bello pensare e credere che in altri luoghi, nelle nostre periferie esistenziali, non mancano esperienze significative che osano testimoniare la forza trasformatrice del vangelo…

Cogliamo l’opportunità!

Facciamo, allora, lo sforzo di allargare i nostri orizzonti, di superare barriere mentali, di lasciar spazio alla Grazia e alla potenza dello Spirito che rende liberi. Rinnoviamo anche in questa stagione storica il desiderio di essere umili protagonisti nel contribuire a generare la nuova civiltà che avanza. È un progetto culturale globale da cui non possiamo esentarci, un’opportunità da non lasciarci sfuggire!

Oserei dire, parafrasando Evangelii gaudium, non lasciamoci rubare la gioia di annunciare e vivere il Vangelo! Non lasciamoci togliere il dinamismo missionario, così come vissuto dalle prime comunità cristiane! Non è un voltarsi indietro, ma è un continuo esporsi senza paure, perché i cristiani possano collaborare nel ricomporre la frattura tra fede e cultura!

Un nuovo stile di chiesa

Ai giovani, “viandanti della fede” (EG 106), che sempre più frequentemente cercano percorsi di aiuto solidale e volontariato internazionale si potrebbe proporre di essere coinvolti nella comune responsabilità e bellezza missionaria, partendo dagli itinerari di iniziazione cristiana. Perché, infine, non proporre, a partire dal territorio, esperienze missionarie attente alle aree periferiche, sino a suggerire loro di intraprendere esperienze missionarie significative in altri contesti religiosi e culturali?

Tutto ciò potrebbe essere l’inizio di un nuovo stile di essere Chiesa, meno relegato ai soli gruppi missionari, più sinodale, in cui tutti si sentano coinvolti nel far crescere il dinamismo missionario in tutte le sue iniziative.

Un “grazie” riconoscente, a nome di quei missionari che da sempre avete nel cuore.



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