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Il mondo intero mi aspettava…

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Cari amici di “Missionari Saveriani”, sono originario della parrocchia Santa Maria Liberatrice di Posatora ad Ancona, e sono studente saveriano. Da quattro anni mi trovo a Yaoundé, capitale del Camerun, dove c’è la comunità internazionale degli studenti saveriani di teologia.

L’attività principale di uno studente è lo studio; perciò ogni mattina andiamo a scuola con il nostro pulmino e nel pomeriggio i “compiti” occupano gran parte del tempo. Ma oltre all’attività accademica, un’altra cosa importante è la vita comunitaria.

Una comunità multiculturale

Completati gli studi di filosofia, nel 2012 ho cominciato la teologia nella scuola Saint-Cyprien, dove si riuniscono gli studenti di varie congregazioni: siamo oltre 250 giovani religiosi provenienti da numerosi Paesi dell’Africa, alcuni dalle Filippine, e io sono l’unico europeo.

Ciò che più colpisce in una comunità saveriana di teologia è la multi culturalità. Ricordo il giorno in cui sono arrivato. Era notte, esco dall’aeroporto e ad aspettarmi c’era p. Paolo Tovo, rettore della comunità con una mia foto in mano per riconoscermi e altri confratelli dai volti uno diverso dall’altro: chi veniva dall’Indonesia, chi dal Brasile, chi dal Congo RD, chi dal Messico... Era come se il mondo intero mi stesse aspettando.

La città come un formicaio

Siamo di nove nazioni diverse, ognuno con le proprie caratteristiche e abitudini, ma tutti con lo stesso desiderio: portare la buona notizia del vangelo nel mondo. Yaoundé è un’immensa città dove si riuniscono più di due milioni di persone. È il centro amministrativo della nazione. L’attività principale è il piccolo commercio fatto in strada o nei piccoli negozi.

La prima cosa che colpisce è la grande disparità che esiste tra i pochi ricchi e la stragrande maggioranza di persone che si batte ogni giorno per portare a casa qualche soldo per mangiare, per mandare i bambini a scuola e per curarsi quando la malattia arriva. E i soldi racimolati non sono mai sufficienti.

Di giorno i quartieri sono un grande formicaio con gente che va e viene, trasporta cose, s’incontra, vende, acquista, vive! Al tramonto il via-vai aumenta per la gente che rientra a casa e cerca di comprare qualcosa per la cena, fino a quando la notte diventa troppo pericolosa a causa dei banditi che cercano le loro “prede”, e tutto si calma.

Ognuno ha un incarico

La nostra comunità si trova in un quartiere della periferia. Come saveriani abbiamo la gestione della parrocchia da noi fondata più di trent’anni fa, quando ancora la foresta lasciava spazio alle poche case presenti; oggi è diventato un quartiere molto popolato, dove le case si sovrappongono le une sulle altre.

In questo contesto svolgiamo il nostro apostolato. Ogni studente ha un incarico: catechismo, apostolato nella prigione, animazione missionaria e vocazionale, bambini di strada…

Io facevo parte del “gruppo culturale” formato da giovani che animano la parrocchia con rappresentazioni teatrali e altre attività; in più mi sono dedicato al coordinamento delle comunità ecclesiali di base: ogni mercoledì i cristiani s’incontrano per condividere la Parola di Dio e per trattare i problemi della vita di ogni giorno alla luce della fede.

Al centro della giornata…

Dall’anno scorso sono catechista con i giovani e gli adulti; è un’esperienza molto bella e impegnativa con un gruppo di trenta giovani, papà e mamme che si preparano a ricevere il battesimo. La domenica è dedicata alla distribuzione della Comunione ai malati. È un momento molto importante per condividere la fede con le persone che soffrono e attendono di ricevere il Corpo di Cristo, unico consolatore nella sofferenza.

Per fare tutto questo abbiamo bisogno di alimentarci ogni giorno all’unica sorgente di fede, speranza e carità, che è Gesù.

Perciò la preghiera comunitaria, la Parola di Dio, l’Eucarestia rimangono il centro delle nostre giornate.



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