Il dolore ci unisce alla gente
Pubblichiamo parte del testo che la direttrice generale delle missionarie di Maria-saveriane ha letto al termine della Messa in suffragio delle tre consorelle, nel duomo di Parma, la sera del 9 settembre 2014.
Quanto è successo, con l’assassinio delle nostre sorelle Lucia Pulici e Olga Raschietti nel pomeriggio di domenica 7 settembre e di Bernardetta Boggian nella notte successiva, a Kamenge, nella periferia di Bujumbura, in Burundi, ci ha davvero sconcertate…
La loro condizione di fragilità per l’anzianità e la poca salute faceva loro vivere non una missione esposta ma discreta, fatta essenzialmente di contatti semplici e quotidiani, di accoglienza e di “piccoli” servizi. Eppure è successo.
Le inchieste sono in corso da parte delle autorità burundesi e anche noi desideriamo che sia fatta luce su quanto è accaduto. Una luce, però, trapela già per noi dall’orrore e dal buio di quelle ore. Qualunque siano le circostanze della loro uccisione, essa, nel percorso di vita di Lucia, Olga, Bernardetta è stata non l’interruzione o l’impedimento di una missione, ma il suo compimento.
Perché le nostre sorelle erano tornate volentieri in Burundi. Perché la logica della loro vita era spenderla tutta per Cristo e per il popolo ove egli le aveva poste, con uno slancio che aveva in sé il desiderio di giungere alla totalità…
Mettevano a disposizione della missione una presenza fatta soprattutto di contatti quotidiani e di preghiera. Con l’evento del 7-8 settembre hanno messo a disposizione la loro stessa vita…
Il nostro dolore si mescola a quello di tante persone che, anche nel nostro paese e particolarmente nella regione dei Grandi Laghi africani vivono l’insicurezza, dovuta alla violenza e alla guerra, e ci fa ancora più unite a loro. È nostro desiderio continuare a essere presenti, finché le forze ce lo permetteranno,
per credere insieme alla possibilità di un mondo fraterno e collaborare a costruirlo, per la grazia di Dio, come le nostre tre sorelle ci hanno testimoniato.