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I missionari d’Africa - cosiddetti “padri bianchi” - primi evangelizzatori del Centro Africa, hanno consacrato il Burundi alla Madonna. Tra mille difficoltà, compresa la terribile malaria che falciava i missionari prima ancora che arrivassero alla mèta, hanno piantato saldamente la fede anche in mezzo ai barundi.

Uno dei capisaldi è stata proprio la devozione illuminata e profonda di questo popolo alla Madonna “Regina dell’Africa”. Devozione che perdura ancora, ben salda nel cuore di questi nostri fratelli e sorelle, tanto provati.

Nei loro mille proverbi, ce n’è uno - tratto dalla vita bucolica - che riguarda la Madonna, e dice così: “Il vitellino è conosciuto dalla mamma, anche di notte”. Vuole esprimere la continua cura che la Madre di Gesù ha di noi.

Prigioni come monasteri

Padre Gabriele Barakana, gesuita murundi, aveva fondato il movimento sacerdotale Mariano tra i sacerdoti e i laici, in Burundi. Ma a certe autorità questo non piaceva. E cominciò una persecuzione, prima sorda e poi sempre più palese, che portò in prigione 12 membri del movimento, comprese tre donne, mamme di famiglia.

Padre Barakana fu chiamato a processo e apparve in tribunale all’età di 75 anni, in pantaloni corti. Mi scriveva: “Le prigioni sono diventate dei monasteri dove si prega”. Per arrivare a questo, egli aveva fatto domanda al direttore delle prigioni di poter pregare in comunità con quelli del movimento, marciando insieme.

Il direttore si oppose. Ma p. Gabriele, laureato in giurisprudenza, la spuntò: “Signor direttore, durante l’ora d’aria, ogni prigioniero è libero di scegliere ciò che più gli piace: c’è chi fa ginnastica, chi passeggia, chi fa musica… Noi del movimento Mariano abbiamo scelto di pregare il rosario assieme. C’è una legge della prigione che lo vieta?”.

In barattoli e nelle scatole…

E così pian piano, assieme a quelli del movimento si sono aggiunti molti altri nella recita del rosario. Nella prigione, dentro i barattoli di riso o fagioli, passavano nelle celle anche rosari, piccole statue della Madonna, medaglie miracolose…

E nelle scatole di fiammiferi, nascondevano l’Eucarestia, come i primi cristiani di Roma. Uno del movimento, deputato del lavoro, per punizione fu mandato a Rumonge, a 75 chilometri dalla capitale. Da lì scriveva: “Non sono mai stato così felice in vita mia!”.



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