Il colore del sangue e dell’amore
Papa Francesco ha partecipato al nostro dolore e ci ha confortate per la tragica morte delle nostre tre sorelle Olga, Lucia e Bernardetta, missionarie di Maria - saveriane, con queste parole: “Il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l’autentica fraternità tra i popoli”.
Le tre missionarie sono state barbaramente uccise in Burundi, nella periferia di Bujumbura, a Kamenge, nel pomeriggio e nella notte di domenica 7 settembre 2014.
Donarsi, fino a dare la vita
Tante persone amiche hanno sofferto e pregato con noi, saveriane della comunità di Cava de’ Tirreni. In quei giorni ero qui a Cava da sola, e ho toccato con mano e avvertito con il cuore quanta forza dona la fraternità.
Da tanto tempo conoscevo Olga, Lucia e Bernardetta. Più di tutte però conoscevo Bernardetta, per aver vissuto alcuni anni con lei a Parma. Dopo aver ricevuto la notizia, per lunghi giorni una domanda si ripeteva nella mia testa e nel mio cuore: “Ma perché? E perché proprio loro?”.
E così ritornavano al cuore i tratti caratteristici e costanti di Bernardetta: esile, delicata, sempre sorridente, determinata nei suoi pensieri, ma non cocciuta. Amava ringraziare, ricambiare un dono, anticipare con un dono. E così è rimasta fedele al suo “voler donare” fino a dare la vita!
L’interesse per la missione
Ancora non si conosce il motivo di questa tragedia, ma pian piano ne scopro la sua preziosità. Questo sangue non può esserestato versato invano… Da quel giorno vedo e vediamo nascere nuove luci, nuovo interesse per la missione che Gesù ha affidato a tutti noi cristiani. Si rinnovano rapporti d’amicizia, si dà un nuovo colore alla fede: il colore del sangue, il colore dell’amore.
Si evidenzia in me, mentre vivo e rielaboro il dolore, la vera bellezza di appartenere a quella grande famiglia che si chiama “chiesa”, nella quale vedo risplendere sempre più luci che ombre.
E sale al buon Dio il ringraziamento per la chiesa, per la vocazione missionaria, per la congregazione delle missionarie di Maria, alla quale appartengo e che mi appartiene.
Frutti di fraternità e di pace
Tra gli scritti arrivati dalle sorelle che vivono in Africa porto con me soprattutto una frase: “Lucia, Olga e Bernardetta hanno scosso come un terremoto i Paesi dei Grandi Laghi. Loro così fragili, così piene di acciacchi, con il loro desiderio ostinato di rimanere in missione, servendo umilmente attraverso i piccoli servizi di ogni giorno, ci hanno dato una bella lezione di come si vive e si muore per amore. Le bellissime foto sorridenti di Lucia, Olga e Bernardetta, poste sopra le bare, ci hanno aiutato a guardare in alto, a credere che la vita trionfa sulla morte, al bene che vince il male”.
Grazie, Bernardetta, grazie Olga, grazie Lucia! Anche oggi abbiamo parlato di voi.
Nessuno vi ha tolto la vita vera: ora la possedete in abbondanza.
Tutte noi crediamo che questo sangue, sparso per amore, possa portare frutti di fraternità e di pace nella regione dei Grandi Laghi e in tutto il mondo.