Il buon olio di P. Fiore: L’ulivo, simbolo di pace
La celebrazione della Pasqua evoca per i cristiani il simbolo dell'ulivo. Questa meravigliosa pianta, coltivata nei paesi del Mediterraneo, è stata scelta dalla comunità montana della Sabina sia per indicare il valore del progresso e della solidarietà umana sia per ricordare, in modo particolare, un figlio esemplare della propria terra, p. Fiore D'Alessandri.
Da Montopoli al Burundi
È il terzo anno che l'associazione "Mani Aperte", soprattutto durante il periodo natalizio, allestisce un mercatino nel quale vende olio extravergine d'oliva. Il ricavato è utilizzato per sostenere alcune attività dei saveriani in Burundi e in particolare il progetto "Promozione umana e reinserimento sociale dei batwa", iniziato tanti anni fa dal compianto p. Fiore D'Alessandri. Attualmente, il progetto è gestito dal vescovo diocesano di Muynga, mons. Johachim Ntahondereje.
Padre Fiore è nato a Montopoli di Sabina, nel cuore di un territorio famoso per la coltivazione dell'ulivo. Oltre a essere la principale risorsa economica del paese, è anche l'elemento base della sua cultura contadina. Alla gente di Montopoli è sembrato quindi naturale offrire al Burundi, insieme al loro concittadino, anche il frutto principale della sua terra, l'olio.
Raccolta e vendita dell'olio
Alcuni soci di "Mani Aperte Onlus", creata per continuare l'opera umanitaria di p. D'Alessandri, all'inizio della stagione lasciano nei pubblici frantoi un recipiente con la foto-simbolo dell'associazione: p. Fiore con un gruppo di bambini burundesi. Gli agricoltori che si recano al frantoio per frangere le olive, versano in questi recipienti la loro offerta, ossia parte del loro olio d'oliva appena estratto. Con la generosa collaborazione dei proprietari dei frantoi, tra cui il Consorzio produttori agricoli, Galloni-Bettucci, Smargiassi e Mercuri, l'olio raccolto viene poi filtrato e confezionato in bottiglie o lattine debitamente etichettate.
Altri soci, invece, provvedono ad allestire mercatini di solidarietà mettendo in vendita il prodotto a un prezzo prestabilito, normalmente più basso di quello di mercato. All'intero processo di raccolta e di vendita dell'olio partecipano le signore A. Rita Rossetti e Giuliana Bucci, vice presidente dell'associazione.
Nella stagione passata, per iniziativa della signora Carla Candiani, si è avuto un buon risultato anche nella vendita di miele purissimo, donato anch'esso dai generosi apicoltori della Sabina.
Un segno che produce pace
Quest'olio, prodotto e venduto sul mercato locale della Sabina, potrebbe rappresentare un segno "produttivo" di pace tra i popoli. La Pasqua, simboleggiata in questo modo dal frutto dell'olivo, diventa per tutti quelli che hanno contribuito a questo progetto umanitario un impegno sincero e concreto alla fratellanza tra i popoli e contribuisce a creare le condizioni per uno sviluppo della popolazione del Burundi.
Il ricavato della vendita dell'olio di p. Fiore è stato destinato quest'anno a finanziare un progetto di sviluppo in quella terra. Con il ricavato, in Burundi sarà anche acquistata una macchina per sbucciare il riso e facilitare la vita di quelle popolazioni tanto povere. Con la Pasqua celebriamo la vita nuova che abbiamo acquisito con la morte-risurrezione di Cristo. Con quest'olio pasquale della Sabina, i burundesi avranno un ulteriore aiuto per vivere in pace e risorgere a vita nuova, grazie alla solidarietà di alcuni generosi cristiani, sensibili ai valori della vita.
Più siamo a favorire lo sviluppo delle sorelle e dei fratelli bisognosi, più la nostra gioia cristiana potrà diventare contagiosa e riportare il mondo ai valori base della vita: la pace e la solidarietà.
Soltanto così la Pasqua sarà una vittoria sul male e l'annuncio della vita per tutti.